(Un)voluntary disclosure; una deriva evitabile?

I nostri vicini italiani questa volta l’anno proprio pensata e studiata studiata  bene per mettere nel sacco il nostro Paese. E i nostri negoziatori e politici sono stati “incravattati” con i controfuochi, non c’è che dire!

Mi riferisco evidentemente alla cosiddetta VOLONTARY DISCLOSURE che, come sappiamo, è essenzialmente una legge italiana … con pesanti e ancora inimmaginabili effetti extraterritoriali per il nostro Paese!

Ne sanno qualcosa a questo proposito i consulenti bancari ticinesi confrontati con schiere di piccoli risparmiatori italiani che, in tutti i modi, stanno tentando di rientrare in possesso fisicamente dei propri averi, per sottrarsi all’occhio implacabile e arcigno del fisco italiano, e che temono il peggio per loro stessi e per i loro sudati risparmi.

Ma per salvare il salvabile, per loro, potrebbe essere però troppo tardi. Infatti, mentre la politica – puntualmente in ritardo su tutto – sta dibattendo sull’accordo con l’Italia, la Convenzione multilaterale del Consiglio d’Europa e dell’OCSE, messa in consultazione questo mese di gennaio, potrebbe prevedere un’applicazione retroattiva al primo gennaio 2014. Ecco quindi che, al momento della sua presumibile entrata in vigore nel 2017, il fisco italiano potrebbe avere anche una visione retroattiva di ben tre anni. Ma non solo!

Il problema però ora è un altro e riguarda la posizione della Svizzera e la nostra piazza finanziaria. In particolare riguarda l’atteggiamento assunto ora dalle nostre banche. Le stesse banche che ora hanno necessariamente assunto il ruolo poco lusinghiero del “poliziotto” al servizio di uno Stato straniero!

Il “colpo di genio”, nel provvedimento italiano, è stato infatti quello di combinare il meccanismo della dichiarazione volontaria con l’ombra futura del nuovo reato di autoriciclaggio per chi, contribuente compreso, contribuirà ad occultare patrimoni non dichiarati! Ombra questa della quale,  nella ponderazione del rischio,  non possono evidentemente non tenere conto gli istituti bancari!

E laddove – in questa ponderazione del rischio –  vengano ristrette  le facoltà dei clienti di disporre dei propri averi, e qualora questi vi si opponessero, si dovrà tener conto anche le conseguente economiche e penali legate ai procedimenti giudiziari svizzeri chiamati a dirimere le complesse questioni giuridiche impugnate dalle parti.

Una situazione, questa, estremamente imbarazzante … per il nostro Paese: per la nostra politica, per la nostra piazza finanziare e per la reputazione del nostro Paese che, volente o nolente, è stato di fatto così degradato all’antipatico, impopolare e insensato ruolo di  poliziotto o esecutore materiale degli interessi di un Paese che non è il nostro!

E allora, mi chiedo, che razza di volontary disclosure è mai questa? Che razza di pasticcio, che tipo di operazione scellerata è mai questo pastrocchio laddove la politica di presta a questo tipo di complicità con la (in)giustizia laddove uno Stato libero come il nostro viene degradato al ruolo di serva del padrone straniero? Le conseguenze per il nostro Paese, per la nostra piazza finanziaria e per gli operatori del settore, saranno pesanti, molto pesanti! Per tutto ciò, mi chiedo, chi dobbiamo ora ringraziare?

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Orlando Del Don

Orlando Del Don

Medico, Psicoanalista, Politico

Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.

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