La sanità ticinese a un bivio!

La Pianificazione Ospedaliera Cantonale è arrivata a un bivio. Le posizioni che trasudano dalla Commissione speciale del Gran Consiglio sono a dir poco critiche se non negative, e il lavoro dei commissari sembra sospeso nel vuoto!

Sembra che tutti,  politici e tecnici coinvolti, siano in stato di fibrillazione … come se si dovesse ora – imperativamente e al più presto – giungere a formulare una proposta, arrivare a sfornare una qualche soluzione, qualsiasi soluzione … come dire … una soluzione qualsiasi!

Situazione e condizione, questa, pericolosissima. Ricordo ancora in modo vivido quanto avvenne nel 2005 in occasione dell’ultima Pianificazione Ospedaliera Cantonale, voluta già allora per ridurre drasticamente il numero di letti acuti attraverso la chiusura di alcune cliniche.  Gli esiti di tale infelice e disastrosa pianificazione si fanno sentire ancora ora … anche se nessuno vuole sentirselo dire!

Ma quali sono ora i pericoli che incombono sulla pianificazione in corso? Innanzitutto, come ricordato, la fretta: il pressing incrociato fr la tempistica Lamal e quella degli assicuratori malattia – per ricordare solo due attori di peso! In secondo luogo la confusione fra due aspetti fra loro distinti che, in realtà, vengono sempre confusi fra loro rendendo poi la soluzione del problema ancora più una “missione impossibile”, e cioè il problema dei costi e quello dell’offerta e della qualità dell’offerta stessa.

I costi infatti sono dettati da meccanismi che non dipendono dall’amministrazione dello Stato e si riassumono nell’invecchiamento della popolazione, nel desiderio di tutti noi di avere tutte  le migliori cure fino all’ultimo, il continuo progresso tecnico e tecnologico, le continue scoperte e i nuovi confini della medicina, noncé l’eccellenza della nostra sanità e medicina che ha raggiunto livelli mai raggiunti prima. A tutto ciò nessuno è disposto a rinunciare, ovviamente, percui il problema dei costi va oltre e trascende le possibilità della pubblica amministrazione di poter influire in qualche modo nel contenere questo processo.

Percontro l’amministrazione cantonale può invece avere un peso significativo e qualificato nell’offerta e nella qualità delle prestazioni da parte del servizio pubblico.

Ora, detto ciò, e nella speranza che almeno queste iniziali insidiose trappole possano essere scongiurate nel lavoro che investe i protagonisti della Pianificazione Ospedaliera Cantonale, detto ciò – dicevo – rimangono inevase altre questioni che toccano soprattutto le proposte e le intenzioni dell’Esecutivo cantonale che sembra – ancora una volta – sordo a tutta una serie di stimoli e allarmi che avrebbero dovuto suggerire prudenza e attenzione. Di seguito ricorderò solo i principali.

Come interpretare infatti la mancanza di sensibilità e attenzione, da parte dell’Esecutivo, ai richiami di quegli ospedali e quei servizi che in tanti anni hanno dimostrato tutto il loro valore e hanno trovato non solo il consenso unanime della popolazione ma, pure, il consenso di tanti specialisti che hanno ribadito chiaramente come le conoscenze specialistiche, scientifiche, cliniche, tecniche e organizzative sono  ormai diventate negli anni un patrimonio tale da non poter più essere ora cancellato con un tratto di matita nel nome di una presunta superiorità pianificatoria concettuale specifica rispetto ad un’altra. Mi riferisco in particolare all’attrattività e al valore aggiunto di quelli che sono stati definiti ospedali di prossimità (vedi ad esempio gli ospedali di Acquarossa e di Faido).

Peraltro, bisogna ricordare ancora come, in prospettiva dell’istituzione della nuova facoltà di scienze biomediche e la creazione del Master in medicina umana e, quindi, la nostra ambizione di diventare un Cantone con un Ospedale universitario, tutto ciò ben si concilia con un modello che preveda la parte clinica (Master) distribuita sui diversi ospedali presenti sul territorio sfruttando in tal modo il patrimonio di conoscenze e di competenze accumulate negli anni in tali strutture cliniche cosiddette di prossimità. Un modello clinico e formativo, questo, che concilia perfettamente e in modo originale il modello sanitario ticinese e il mandato pubblico che deve rispettare in primo luogo la necessità di curare la popolazione in modo qualitativamente sicuro e elevato, sfruttando intelligentemente il volano della formazione universitaria in ambito medico (e non il contrario!).

E come interpretare poi la mancanza di interlocuzione con i medici e i primari impegnati sul territorio e all’interno dell’Ente Ospedaliero Cantonale stesso? Oppure il venir meno di concetti come quallo di complementarietà delle offerte fra pubblico e privato, dato e assodato che lo Stato non può e non deve arrogarsi il diritto di potersi e volersi occupare di tutto e arrivare in ogni dove, sostituendosi così all’iniziativa privata che ha una sua storia e dignità e senza la quale non può esserci uno Stato sociale efficiente ed efficace  in grado di garantire a tutti i servizi e le offerte che sono necessarie ai loro bisogni e al buon funzionamento della società e della pubblica amministrazione. In tal senso, forse, dovendo l’amministrazione cantonale ricordarsi sempre di non penalizzare il mercato privilegiando le rigide regolamentazioni dello Stato.

Ecco, io credo che con il rispetto di queste semplici regole basilari – e senza voler suggerire condizioni e precetti che potrebbero essere ingiustamente e strumentalmente considerate di parte – si potrebbe fare infine un buon lavoro con questa Pianificazione.

Ma non mi illudo, la campagna elettorale è iniziata, gli interessi in campo troppi, e gli errori collezionati dal nostro Esecutivo cantonale non sono da poco … Cionondimeno almeno il nostro Gran Consiglio ritengo che abbia le risorse e l’accortezza per scongiurare gli errori e le ingenuità che hanno caratterizzato le sortite e le proposte fino ad ora giunteci dal Dipartimento Sanità e Socialità.

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Orlando Del Don

Orlando Del Don

Medico, Psicoanalista, Politico

Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.

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