Il preventivo 2015 in cifre rosse, e il classico cerotto su una gamba di legno!

Articolo già pubblicato sul Corriere del Ticino la settimana scorsa

“Chi si accontenta gode”. Dev’essersi affidato a questo adagio popolare il Consiglio di Stato quando, settimana scorsa, ha annunciato le cifre del preventivo 2015.

“Sotto di 112,2 milioni di franchi, ma soddisfatti”, ha titolato Ticinonline. E, in effetti, leggendo le dichiarazioni della responsabile del Dipartimento delle finanze e dell’economia, Laura Sadis, ci siamo tutti resi conto che il titolo non era una forzatura del portale ma purtroppo – e paradossalmente –  la realtà.

Senza alcun intento polemico mi chiedo però come si fa ad essere soddisfatti, quando ci si trova di fronte ad una situazione che definire delicata è un eufemismo?

Questo non è dato sapere. Quel che si sa, invece, è che sono in aumento sia le uscite che le entrate. Forse, è quest’ultima voce ad aver confortato chi siede nella stanza dei bottoni e che ha fatto apparire il disavanzo come un dettaglio contabile, qualcosa che gli esperti si illudono, ahimé, di poter tenere sine die sotto controllo.  Ma a noi sembra che l’annunciato recupero di poco più di 55 milioni sia sufficiente a non turbare il sonno solo a chi, evidentemente, è propenso a farsi delle gran dormite di fronte a una situazione molto seria e preoccupante.

Laura Sadis si è rallegrata perché temeva peggio, ovvero un deficit di 250 milioni di franchi. Quello di vedere però il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto può senza dubbio essere una tecnica consolatoria ma certamente non vincente. Non quando si gioca con il denaro dei contribuenti. Del resto, il pareggio di bilancio non si raggiungerà (mai!) in questo modo, e accontentarsi con escamotages auto consolatori e auto assolutori non dovrebbe essere il modus operandi di un governo confrontato alle crescenti e inquietanti difficoltà che stanno pesando come macigni sul presente del nostro Cantone e che, soprattutto, stanno ipotecando pesantemente il nostro futuro e quello delle generazioni a venire.  Tuttò ciò è ben condensato, incardinato e sotteso nelle parole la stessa Sadis la quale ha apertamente ammesso che “le scelte proposte al Gran Consiglio contengono misure sopportabili e da valutare complessivamente, evitando di innescare una situazione paralizzante di veti incrociati”.

Eccola li la parolina magica. Veti incrociati. Approntare un pacchetto cercando di accontentare tutti gli attori in gioco per evitare il fuoco di sbarramento, sarà anche un abile esercizio di equilibrismo, però non è certo un sinonimo o, meglio, un sintomo positivo di progettualità politica in grado di affrontare in modo equilibrato, responsabile e serio una questione delicata come quella dei conti dello Stato, sempre più in profondo rosso.

Ma, evidentemente, il nostro Esecutivo cantonale non sa – o finge di non sapere – che “il medico pietoso fa la piaga purulenta”.

Certo, tutto ciò ha un senso: tra sette mesi si andrà a votare e questo teatrino risponde a una vecchia, stantia, ma precisa strategia a fini elettoralistici.

Non è propriamente una bella cosa e, soprattutto, non è quanto il nostro Cantone necessita ora urgentemente  per poter finalmente cercare di uscire dalle secche che preludono al disastro e da uno spettacolo oramai stantio di giocolieri, illusionisti e funamboli della parola vuota e della politica a vista o – meglio – della politica di piccolo cabotaggio!

Naturalmente e giustamente il voto popolare va sempre rispettato e l’accoglimento del freno al disavanzo (che ha proditoriamente e surrettiziamente sdoganato il funesto moltiplicatore cantonale) decretato pochi mesi fa dai cittadini, non fa eccezione. Ma credere che il freno al disavanzo, come ha lasciato intendere Laura Sadis in occasione della presentazione del prevenivo 2015, sarà la panacea per ogni problema, preoccupazione e magagna, onestamente ci fa sorridere. È talmente una panacea che la responsabile del Dipartimento delle finanze e dell’economia ritiene di fondamentale importanza il raddoppio delle stime immobiliari, convinta com’è che si debba colpire i proprietari di immobili, ivi compresi quelli che hanno piccoli appartamenti o case decisamente modeste. Contemporaneamente, giusto per citare qualche provvedimento cui nessuno ha dato molto risalto, si aumentano i salari ai funzionari dirigenti dell’amministrazione cantonale, grazie ai passaggi di classe … e si fa cassetta con i radar. E così in conclusione, fatti i compitini, tutti loro si sentono o si ritengono contenti, soddisfatti, rassicurati … sgravati dalle loro responsabilità e magari – pure –  assolti?

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Orlando Del Don

Orlando Del Don

Medico, Psicoanalista, Politico

Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.

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