Nuova Bellinzona e sviluppo territoriale fra edilizia, infrastrutture, piano viario e ambiente
Mio scritto pubblicato su IL MATTINO DELLA DOMENICA il 26 febbraio 2017
Sarà una sfida non indifferente, nella nuova Bellinzona, conciliare edilizia, sviluppo del territorio, infrastrutture pubbliche e protezione dell’ambiente. Ma sarà una sfida da vincere per evitare che la nostra città diventi un caotico mix di edifici di pregio e capannoni, zone industriali e quartieri residenziali, senza alcun collegamento armonioso tra loro e perennemente ostaggi del traffico. Ritengo, pertanto, che, insieme a validi collaboratori ed esperti, sarà necessario spingere l’acceleratore affinché si integri un piano del paesaggio col piano regolatore, e si offrano ai cittadini progetti urbanistici innovativi che considerino aspetti residenziali, culturali, sociali e scientifici. Non abbiamo bisogno di ghetti, di quartieri dormitorio o, al contrario, di altri in cui concentrare solo aziende senza pensare alla viabilità e alla qualità della vita di chi lavora.
L’offerta residenziale, nel Bellinzonese, negli ultimi anni ha avuto un grande impulso, ma rischia di sconfinare nel disordine urbanistico, nell’attenzione alla quantità, a scapito della qualità. Dovrà dunque avere come perno il decoro e la bellezza, non solo la quantità che, in Ticino, in alcune regioni del cantone, ha devastato in modo irreparabile il nostro patrimonio architettonico e il territorio.
Penso sarà anche necessario l’allestimento di un vero piano strategico per la gestione del verde, come del resto è stato fatto in altre città ticinesi, per evitare che gli insediamenti non sottraggano troppo spazio al tempo libero e alla qualità della vita dei cittadini. Ma credo anche che gli spazi verdi, così pure quelli ricreativi, i quartieri residenziali, così come le aree industriali e il polo tecnologico debbano essere facilmente raggiungibili, senza privilegiare una zona rispetto ad un’altra. Dal momento che, come è stato dimostrato, il forte, ma inevitabile pendolarismo, satura l’assetto viario, saranno da potenziare sia il trasporto pubblico che l’intero asse viario, evitando di criminalizzare gli automobilisti. Il che non significa puntare solo sul semi svincolo, da troppi dipinto come la panacea per ogni male legato ai problemi del traffico. Per farcela, sarà necessaria una stretta collaborazione tra responsabili della politica regionale e i pianificatori locali, cercando pure di coinvolgere potenziali investitori.
Le areee in cui lo sviluppo è avvenuto in modo poco uniforme, andranno migliorate con una pianificazione ad ampio spettro, che contempli uno sfruttamento parsimonioso del suolo. Proteggere Bellinzona da un punto di vista ambientale non significa solo introdurre “zone 30”, come quelle votate dal Consiglio comunale, all’unanimità, ma integrare la mobilità con tutte le forme di mobilità dolce.
DR. MED. ORLANDO DEL DON CANDIDATO AL MUNICIPIO E AL CC LISTA N. 1, LEGA-UDCINDIPENDENTI- NOCE BELLINZONA
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
Egregio Dr Orlando Del Don,
io sogno da sempre delle città raggiungibili solo ed esclusivamente con mezzi pubblici o in caso di necessità di mobilità privata con mezzi a noleggio a basso impatto ambientale in termini di inquinamento atmosferico e acustico. Nella cintura delle città dei centri intermodali con grandi parcheggi in grado di ospitare le auto private che verrebbero così usate esternamente alla città e solo per spostarsi da un centro intermodale di una città a quello di una altra città. Forse non è una idea nuova o forse è utopia però penso che ci si dovrebbe orientare verso soluzioni diverse da quelle che fino ad oggi sono state sviluppate. Grazie e cordiali saluti. M.Alberti