L’onorevole Franco Celio, neo “maestrino dalla penna rossa”?
Riporto di seguito un mio intervento in replica che avevo inviato al Giornale del Popolo il 22 maggio scorso con la speranza che venisse pubblicato. Speranza delusa e disattesa … almeno fino ad oggi. Ragione per cui mi sono deciso a pubblicarlo su questo Blog.
Ecco, di seguito, il testo in questione.
CON LA PRESENTE DESIDERO REPLICARE AD UN COMMENTO DI FRANCO CELIO apparso il 22 maggio a margine di un mio articolo sul GdP nel quale stigmatizzavo una risposta evasiva e francamente elusiva del Consiglio di Stato e della direzione SUPSI ad una mia interrogazione parlamentare con la quale chiedevo lumi a proposito della politica universitaria della nostra alta scuola (SUPSI).
Celio, giocando di fioretto, nel suo commento, di diverte a fare il “maestrino dalla penna rossa” e accosta temerariamente posizioni concilianti ad altre – decisamente provocatorie e francamente sterili – che esprimono vacuità da tutti i pori.
Anzitutto va detto a Celio che, diversamente da come egli ha scritto nel suo trafiletto, la SUPSI è un Ente autonomo di DIRITTO PUBBLICO, i cui rapporti con la Repubblica e Cantone Ticino sono regolati dalla legge cantonale sull’Università della Svizzera Italiana (USI) e sulla Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) e, in quanto tali, sono specificamente retti dal contratto di prestazione che definisce gli obiettivi prioritari, IL MONTANTE GLOBALE ANNUALE MESSO A DISPOSIZIONE della SUPSI nell’ambito della PIANIFICAZIONE QUADRIENNALE APPROVATA DAL GRAN CONSIGLIO, come pure altre MODALITÀ DI FINANZIAMENTO.
Inoltre, ricordo ancora al collega Celio, che fra i membri del Consiglio SUPSI siedono nientepopodimeno che IL CONSIGLIERE DI STATO direttore del DECS e il DIRETTORE DELLA DIVISIONE DELLA CULTURA E DEGLI STUDI UNIVERSITARI dello stesso dipartimento.
Detto ciò, tanto per far chiarezza e rettificare le imprecisioni del collega Celio che, spero, non me ne vorrà!
Direi però che ciò che mi meraviglia maggiormente in un uomo dello spessore e dell’esperienza politica di Celio è il suo attacco improvvido e sterile all’UDC. Attacco che parte appunto da questo spunto falsamente polemico legato allo statuto giuridico della SUPSI.
Ancora una volta, per il Gran Consigliere di Ambrì, il mio Partito sarebbe reo – a suo insindacabile giudizio – di essere quello che è, cioè un partito che vuole vederci chiaro e che in questo non guarda in faccia a nessuno, per il bene del Cantone e nel rispetto del mandato parlamentare.
Sarebbe però finalmente ora di finirla adesso con queste meschine e stantie strategie di attacco alle persone e alle loro appartenenze politiche per incominciare magari ad occuparsi (finalmente!) degli interessi di questo nostro bistrattato e litigioso Ticino che non ha certamente bisogno di riprodurre nelle stanze del Palazzo delle Orsoline questi sterili teatrini.
Ma se proprio si volesse ancora insistere in questo senso, beh, Celio cominci allora a guardare in casa propria, nel suo di Partito, prima di sindacare ed ergersi a maestro di etica e civiltà nel giudicare gli altri … il lavoro in tal caso certamente non gli mancherà.
Non me ne voglia il collega Franco Celio, persona di spesso che saprà certamente condividere la sostanza del mio dire, magari OBTORTO COLLO come spesso capita a tutti, e non solo in politica, quando ci si espone e ci si esprime pubblicamente.
Dr. med. Orlando Del Don
Gran Consigliere UDC
Bellinzona, 22 maggio 2014
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
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