Dopo la sentenza della Corte delle Assise criminali,  e la condanna a 11 anni, per i reiterati abusi sessuali commessi ai danni dei suoi ex pupilli della Società Nuoto Bellinzona, Bomio non esclude ora di impugnare la sentenza.  Informazione fatta conoscere attraverso il suo legale, Maria Galliani.

Egli avrebbe infatti già inoltrato la dichiarazione di ricorso.

Bomio è stato riconosciuto colpevole di ripetuta coazione sessuale, atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere e ripetuti atti sessuali con fanciulli.

Durante il procedimento di primo grado Bomio ha più volte sostenuto che i suoi comportamenti, seppur consapevole che fossero delittuosi, erano dettati da un irrefrenabile impulso che ha definito come “una maledizione”.

Mi permetto di esprime la mia indignazione per quest’ultima dichiarazione. Se fosse stato un impulso irrefrenabile, beh, in questo caso avrebbe (come sempre avviene) avuto un comportamento ben diverso da quello che ha avuto. In particolare non avrebbe potuto tenere a freno e pianificare, come ha fatto, questi suoi atti criminosi, per ben quasi 40 anni. Questo non ha niente a che fare con un impulso irrefrenabile quanto invece ad una volontà (di Bomio) di agire in questo modo in modo consapevole, lucido, controllato, pianificato, freddo e determinato … da vero e proprio predatore quale egli è stato e continua ad essere!

Un ulteriore dato che mi fa riflettere è il fatto che dapprima Bomio – davanti al giudice di primo grado – aveva altezzosamente dichiarato di non aspettarsi nessuna indulgenza per i suoi crimini e che la corte doveva emettere unicamente la sentenza che egli meritava! Beh, ora (dopo pochi giorni) ecco un nuovo elemento a conferma del fatto che questi sta ancora e sempre recitando la sua parte di burattinaio … con questa nuova presa di posizione nella quale, in sostanza, contesta la sentenza! Perché ingiusta?

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