Diabolica-mente
Non era mai mancata ad un appuntamento con il suo medico. Mai. Le sedute di psicoanalisi erano per lei sacrosante! Dieci anni di incontri che la stessa definiva salvifici.
Affascinante quarantenne (forse quarantenne, ma chi può più dirlo con sicurezza, ora) sordastra e claudicante lo era davvero, pare, e capirsi era un’impresa. O, almeno, così diceva di essere e come tale si comportava. Impossibile quindi raccogliere una sola riga di anamnesi. Tanto più che – il sospetto era ora pervasivo – sembrava essere stata sempre lei stessa a dirigere le sedute di analisi con il medico.
La donna – peraltro – ascoltava sempre con una sorta di impazienza quanto le diceva il suo psicoanalista. Aspettava il momento propizio e, ogni volta, interveniva poi in modo naturale ma deciso. E non sbagliava mai una mossa. Sempre tempestiva e precisa come un rasoio. Per chiedere di lui, del suo stato, della sua vita, dei suoi pensieri e desideri … Per poi ricominciare ogni volta che il terapeuta lasciava un minimo spazio a una pur remota possibilità di un suo intervento.
Sempre, però, con infinità dolcezza, con garbo e sensibilità nonché, forse (ma chi può dirlo con certezza, ora), con una spruzzata di inquietante sensualità dissimulata ad arte.
Gentilmente ma fermamente rifiutava qualsiasi intervento prescrittivo, che fosse di tipo diagnostico, psicopatologico, terapeutico, farmacologico, o altro.
La sua missione era un’altra, così come la sua medicina!
Ella sembrava piuttosto interessata a possedere le quinte dello scenario sul quale si svolgevano questi incontri. O, perlomeno, così ad un certo momento sembrò al medico. Ma se così fu … quest’ultimo lo capì troppo tardi.
La donna decideva della durata delle sedute e del loro svolgimento. Non fu mai possibile al medico intervenire per modificare questo copione rigido, prescrittivo, ossessivo, ineluttabile e … impalpabile!
E così accade che, un giorno, come era apparsa dieci anni prima (ma come era apparsa?, si chiedeva ora il medico stordito) così scomparve improvvisamente allo scadere del decimo anno (o, piuttosto, il tutto si era svolto sull’arco di un solo anno?).
Con la stessa discrezione e le stesse modalità di sempre sparì dallo scenario che aveva occupato (abusivamente?). Sparì per sempre e non fece mai più ritorno, lasciando un sentimento perturbante di estraneità e inquietudine aleggiare nell’ambulatorio che fu lo scenario sul quale si svolsero questi incontri, che sicuramente ci furono … Oppure no?
Il medico non si capacitava. Ma sarà mai esistita questa paziente? E chi era, cosa aveva chiesto, cosa aveva ottenuto, da dove veniva, dov’era scomparsa ora?
Di una cosa però era certo. Lui era cambiato. Incuriosito e preso da un vago sentimento di angoscia volle recuperare la cartella clinica della donna della quale – stranamente – ricordava tutto fuorché il nome. Chiese alla sua segretaria la quale, pure, si ricordava di quelle donna così ermetica e inquietante, impenetrabile.
Passano i giorni, però la cartella clinica della paziente con compariva sulla sua scrivania. Irritato – ma, più ancora, preoccupato – interpellò di nuovo la sua segretaria la quale gli rispose:
“Mi scusi, dottore, ma di quale cartella sta parlando? Di chi e di cosa sta parlando? Non abbiamo mai avuto una paziente come quella che mi ha descritto ora”. La donna non ricordava neppure del discorso avuto qualche giorno prima con lui e nel corso della quale sembrava ricordare bene di chi stesse parlando il medico!
Diabolica la donna. Lo aveva in pugno. Aveva vinto lei. Avevano vinto loro!
Tutto gli aveva sottratto e in più, ora, egli non era neanche più lui; non più quello che aveva sempre fermamente creduto di essere per una vita e che sembrava persino essere stato.
Annullò tutti gli appuntamenti … licenziò la segretaria. Chiuse l’ambulatorio.
Aveva bisogno di un’analisi … O di un esorcista!
Bellinzona, 15 agosto 2013
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
no, non è possibile che una paziente arrivi a mettere lo psichiatra in una situazione del genere ! Io ho una collega che è passata dall'uno all'altro senza risolvere niente . Un giorno le ho chiesto in che cosa consisteva il suo problema e mi ha risposto di andare per lei dal medico psichiatra e forse avrei capito xché ci andava ! Ho rinunciato a capire il tutto ! Buona serata Dr.Del Don, mi ha tenuta occupata per tutto il pomeriggio e pensare che avrei voluto lavare e spazzolare la mia cagnolina!!!!Spazzolare calma i nervi….
Cara Annamaria, spero che il mio racconto breve non le abbia rovinato il Ferragosto.