Il terrorista e la libertà artistica del Festival del film di Locarno
Vorrei una volta tanto poter esultare per il nostro Filmestival di Locarno … che amo e del quale vorrei poter essere orgoglioso. Dovrò però aspettare … ancora una volta!
Mi riferisco alla pellicola “Sangue”, proiettata a Locarno, e della figura di Giovanni Senzani, “attore” protagonista del film di P. Delbono che partecipa al concorso internazionale della rassegna.
Ex terrorista, ideologo e capo delle Brigate Rosse, Senzani è stato accolto ieri, dapprima al Festival del film di Locarno e poi dalla Rete Due della nostra RSI. Le terribili verità che toccano Senzani e tutti i terroristi ed estremisti rossi sembra non toccarli … non avendo questi il coraggio civico, né l’onestà, né la responsabilità della verità.
Le implicazioni sociali e politiche di questa scelta non possono però passare sotto silenzio. Lo ha ripreso Fabio Pontiggia nel suo bell’articolo di oggi sul Corriere del Ticino dal titolo Il terrorista, l’arte e la libertà, che consiglio tutti di andarselo a leggere.
Sanzani, glaciale e spietato nella sua vita di terrorista, non sembra ora aver rivisto le sue idee e posizioni. Ritengo che questa scelta di Locarno sia perlomeno scandalosa se si pensa che la produzione di questo film è stata cofinanziata dalla Cineteca svizzera e dalla RSI. La presenza dell’ex brigatista al Festival e alla Radio in questa funzione rappresenta un’offesa pubblica per tutte le persone che hanno vissuto il dolore causato dalla perdita dei loro cari.
Questi stralci dell’articolo di Pontiggia penso bastino per capire come questa scelta del Festival si dimostri del tutto infelice se non addirittura una scelta autolesionistica che ora deve essere corretta. Il nostro Festival del film non merita tutto ciò!
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
Condivido pienamente quanto da te scritto. Ho letto anche l'articolo sul CDT di Fabio Pontiggia che approvo. Neppure io non sono orgoglioso di questo Film Festival pur essendo locarnese. Rimpiango quello di un tempo che si teneva nel Parco del Grand Hotel a Muralto alla cui direzione c'era il compianto Vinicio Beretta.