Rispetto della dignità e dell’autonomia accademica senza calpestare la dignità e l’autonomia del Gran Consiglio!

Tribuna Libera
21 MAG 2014 – 10:22
Rapporti fra CdS e Gran Consiglio: tuoni di supponenza e ipocrisia in assenza di lampi di genio?
di Orlando Del Don, granconsigliere UDC

Recentemente (il 28 aprile) avevo inoltrato un atto parlamentare al CdS con il quale chiedevo lumi in merito alla nomina di un direttore presso la SUPSI (“Sempre più docenti e direttori di Dipartimento stranieri alla SUPSI?”).
La sollecita risposta del Consiglio di Stato (datata 13 maggio) è stata a dir poco sorprendente e non solo per la celerità con la quale si è voluto evadere la questione. Infatti la risposta, lapidaria, è stata la seguente: “L’interrogazione in oggetto tocca argomenti che il CdS non intende commentare nel rispetto dell’autonomia delle nostre scuole universitarie. Cio nondimeno riportiamo qui di seguito la presa di posizione della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) che contiene alcune considerazioni al proposito”.
Ora, premesso che un parlamentare eletto democraticamente dal popolo merita anche lui tutto il rispetto riservato alla SUPSI, unitamente a una maggiore considerazione per il ruolo che egli svolge in favore della Repubblica e Cantone del Ticino, nonché tenuto conto che questi ha il sacrosanto diritto di chiedere lumi, cifre e tutti i dati che gli sono necessari per svolgere correttamente il suo mandato di parlamentare, detto ciò – appunto – risulta perlomeno preoccupante il modo in cui, nella risposta in oggetto, si cerca allora di cambiare le carte in tavola e, nello specifico, cercando surrettiziamente di sdoganare la tesi della critica al profilo del candidato quando invece l’oggetto dell’interrogazione aveva come obiettivo acclarato la politica universitaria della SUPSI.

La domanda che io e il mio gruppo in Gran Consiglio ci siamo posti era ed è infatti più che legittima e seria, tale da meritare miglior sorte di quella riservatagli dal CdS. In sintesi la questione a sapere era ed è la seguente. In Ticino e, più in generale nel nostro Paese, non esistono docenti universtirari in grado di poter assumere un incarico di questo tipo? Se così fosse ci dobbiamo allora seriamente interrogare a proposito della qualità dei nostri Atenei e/o della formazione impartita e ricevuta dai nostri concittadini interessati alla carriera universitaria.

Per concludere ritorno pertanto alla risposta trasmessami dal CdS con la quale l’Esecutivo cantonale riferisce di non voler entrare nel merito delle domande formulate nell’Atto parlamentare, nel rispetto dell’autonomia delle scuole universitarie, limitandosi perciò ad una succinta presa di posizione della SUPSI la quale si rifà ai suoi regolamenti (riportati sul sito della scuola il cui indirizzo mi viene scrupolosamente indicato a scanso di equivoci). Tutto bene allora? Stiamo tranquilli tutti anche in assenza di risposte puntuali alle domande che giustamente tutti noi ci poniamo? Ma dove è andato a finire, assieme al rispetto per l’autonomia accademica, il rispetto nei confronti del Legislativo nonché quello nei confronti di deputati democraticamente eletti dal popolo sovrano? Un colloquio a quattr’occhi con i vertici del Dipartimento e della SUPSI ora si impone. Fosse solo per scongiurare ancora altri teatrini simili in tuturo e per ribadire i diritti e i doveri dei singoli attori coinvolti.
Dr. med. Orlando Del Don, granconsigliere UDC

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Orlando Del Don

Medico, Psicoanalista, Politico

Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.

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