Conti dello Stato: fra rigore e incoscienza
Il dibattito intorno al risanamento dei conti dello Stato dovrà necessariamente virare al serio, perché di proposte estemporanee ed esotiche – per non dire da “brodo primordiale” – ne abbiamo sentite fin troppe, nel corso degli ultimi mesi!
Non entrerò però nei singoli interventi che lascio ai lettori recuperare per i posteri “a imperitura memoria“. Quello che qui mi preme ora affrontare è il metodo che – purtroppo – pare oramai invalso in molti politici, e cioè di vedere e rappresentare il problema unicamente con il paraocchi del tecnico, del burocrate o, nella migliore delle ipotesi, del contabile. Togli un po’ qui, aggiungi un po’ là: “gratta, lima, sottrai, dividi, sposta, livella, abbellisci, contabilizza, ridefinisci, ricalcola, chiedi, spremi, sollecita, lamentati e sfogati sui media per il mancato risultato così ottenuto, spostando il tutto al prossimo anno contabile o alla prossima legislatura!”
Da questo metodo di lavoro non otterremo mai nulla di buono … evidentemente. Lo abbiamo capito tutti.
Tutto questo per non dire e non affrontare il problema nella sua gravità e urgenza: e cioè che bisogna incominciare e rivedere in modo radicale le spese dello Stato. Lo Stato non può e non deve occuparsi di tutto nella convinzione che solo lo Stato sa fare (bene) le cose, che i cittadini, i privati, le iniziative private siano di livello inferiore, viziate da un male insanabile e che devono quindi tutte essere viste con diffidenza e sospetto. Ma, soprattutto, sarebbe finalmente ora di porre fine ad una visione politica legata unicamente ai privilegi, agli interessi e agli intrallazzamenti di pochi, ma che tutti conoscono, e che sono la rovina del nostro Cantone!
Basta quindi con le spese allegre, i crediti milionari concessi dal nostro Parlamento come se fossero noccioline. Basta quindi a un rapporto fra Esecutivo e Parlamento da compagni di merende! Una separazione netta e rigorosa fra esecutivo e legislativo, più rigore e senso di responsabilità da parte del Parlamento, maggiore autorevolezza da parte di quest’ultimo che abbia il coraggio civico di assumere il suo ruolo fino in fondo nei confronti dell’Esecutivo e dell’apparato burocratico. Finché saremo ostaggi di rapporti poco chiari e profilati fra i diversi poteri e organi dello Stato e finché la burocrazia avrà sempre l’ultima parola non sarà possibile fare alcun passo avanti nella direzione di uno Stato sano, giusto, democratico e virtuoso.
Una noterella polemica per concludere: bella la proposta di creare la Casa del Cinema a Locarno con i soldi pubblici in un momento critico come questo e chiedere poi al cittadino in affanno di fare sacrifici di lacrime e sangue! Ma certi politici ci sono o ci fanno?
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
Ieri sul giornale, leggevo, una di quellenotizie, che non interessano nessuno; Ma avvolte si prestano bene, come metafora. Si trattava di una donna(in Kenia ?)che si era trovata ad amare contemporaneamente due uomini, i quali: venuti a conoscenza di tutto, hanno accettato di convivere tutti e tre, perché' la donna non era riuscita a decidere, quale dei due avesse preferito sposare..Andrà a finire così ?