Bellinzona e gli annosi problemi che l’assillano
Bellinzona e le sue scuole comunali. I suoi docenti, i suoi studenti e gli insolubili ed annosi problemi che l’assillano
Da sempre sono stato sensibile ed interessato ai problemi delle nostre scuole ticinesi, di ogni ordine e grado, e al destino dei nostri giovani. Non potevo perciò esimermi – dopo quanto sentito e letto in questi giorni a proposito del destino che sembra tormentare le scuole della nostra città – dal tentare di analizzare e commentare quanto sta accadendo. Nella speranza di non essere frainteso.
Due anni orsono avevo preso posizione – sui media, e in modo molto chiaro e forte – a proposito di come le scuole media, in particolare di Bellinzona, soffrissero di una situazione oramai insostenibile che metteva a dura prova non solo gli alunni ma, pure, i loro famigliari e i docenti stessi. Allora vi fu una reazione scomposta da parte delle autorità competenti che, poi, per il seguito, dovettero ravvedersi, confrontati con la realtà dei fatti, e iniziare così a fare quel processo autocritico che ora sembra cominciare a dare i primi frutti.
Siccome però i vari compartimenti della nostra scuola dell’obbligo non sono definibili in modo chiuso – poiché qui la legge dei vasi comunicanti è regina – ecco che già allora avevo rilevato come il problema fosse in realtà già presente a livello delle scuole elementari, in particolare per quanto riguarda sempre Bellinzona. E ora, inevitabilmente, il vaso sembra pieno e pronto a scoppiare.
E perché tutto ciò? Semplicemente perché non si è voluto vedere la realtà dei problemi contingenti e strutturali per quello che essa è, nella fattispecie; preferendo invece calare lezioni dall’alto senza tener conto delle specificità di ogni fattispecie, appunto. Molto semplicemente.
La scuola dell’obbligo rappresenta la tappa cruciale, fondamentale, nella costruzione della personalità dei nostri ragazzi e del loro futuro in qualità di adulti responsabili, competenti, liberi e partecipi della vita sociale e della cosa pubblica. In questo processo educativo, che coinvolte in prima persona i nostri giovani e giovanissimi, troviamo affiancati – pari merito – i loro famigliari e i loro docenti. Detto ciò, e senza voler dare lezioni a nessuno, il problema delle nostre scuole comunali non verrà risolto né ora né mai con le riforme calate dall’alto, le ristrutturazioni formali, roboanti progetti rivoluzionari e quant’altro ma, semplicemente, con gli strumenti quotidiani e potentissimi che già abbiamo a disposizione e che bisognerebbe finalmente conoscere e valorizzare. E cioè: l’ascolto degli studenti, dei loro famigliari e soprattutto dei docenti, il coinvolgimento e la responsabilizzazione dei genitori, una buona supervisione psicologica e didattica dei nostri bravi insegnanti (o, meglio, Maestri, con la maiuscola, come amo definirli), nonché con una valida gestione dei conflitti e malintesi interni alla scuola stessa grazie all’ausilio di interventi correttivi che fanno capo alla formazione continua, al sostegno psicologico e didattico e all’ascolto paziente delle diverse problematiche che richiedono grande disponibilità, umanità, esperienza sul campo, capacità relazionali e comunicative e molto, molto buon senso.
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
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