Per una società e una socialità responsabile, giusta, consapevole e sostenibile
Articolo già pubblicato sul Corriere dei Ticino in data 22.10.2014
Il dibattito intorno al sussidi statali per i premi di cassa malati in favore delle persone bisognose è ora al centro dell’attenzione e dell’agenda politica cantonale.
L’ Unione Democratica di Centro è stata in prima linea quando si è votato il referendum che si opponeva al taglio dei sussidi di cassa malati votato dal Gran Consiglio la scorsa primavera. Perché erano tagli sbagliati, che colpivano non solo i numerosi privilegiati che non hanno alcuna necessità di ricevere sussidi, ma anche, e soprattutto, coloro che di sussidi avevano – ed hanno – realmente bisogno. Qui l’anima sociale del partito ha potuto finalmente esprimersi ed essere riconosciuta anche dai suoi avversari politici.
Oramai lo hanno capito anche i sassi che il taglio dei sussidi non era altro che un pasticcio, ed è un bene che quel pastrocchio – di cui la Lega si era fatta interprete prima di cambiar casacca – sia stato affossato. Ma ora è necessario agire concretamente perché tutti siano chiamati a fare la propria parte per tagliare dove è necessario tagliare, e risparmiare dove è possibile risparmiare. Ma attenzione, tagli e risparmi questi, che non sono a carico delle prestazioni medico-assicurative (come qualcuno vorrebbe far subdolamente credere) e che rimangono pertanto come tali invariate, quanto invece sul piano degli oneri a carico dello Stato e dei contribuenti.
Un conto è infatti lo Stato sociale col quale, contrariamente a quanto una certa vulgata si ostina a propagandare, l’UDC si trova perfettamente in sintonia. Un altro è lo Stato assistenziale, che vuole distribuire sussidi ad annaffiatoio, in parte per omaggiare antiquati ed anacronistici steccati ideologici, in parte per nutrire alcune e ben definite sacche di elettori. E qui non ci siamo.
Ciò che propone l’Unione Democratica di Centro in tema di sussidi di cassa malati è molto semplice, di facile applicazione, dal risultato immediato e in grado di alleviare sia i conti dello Stato sia quelli delle famiglie che hanno bisogno di aiuto: il calcolo del premio medio di riferimento stabilito tenendo in considerazione unicamente il modello del medico di famiglia.
Perché? Perché è quello più economico.
Del resto, ci sono migliaia di nuclei famigliari che l’hanno adottato e che potrebbero fare da “testimonial”. Non si vede perché, se i conti della serva li sanno fare tante famiglie, impegnate a far quadrare i conti alla fine di ogni mese, lo stesso non possa essere fatto anche dallo Stato.
La nuova riforma di cui stiamo discutendo è già entrata nel merito del calcolo del premio medio di riferimento ponderato, con il modello del medico di famiglia. Basta impegnarsi un po’. Prendere in considerazione proposte che comporterebbero risparmi quantificabili in svariati milioni di franchi ogni anno – e senza intaccare minimamente le prestazioni erogate dalle casse malati in favore di tutte le categorie e fasce di pazienti/assicurati – sarebbe un piccolo/grande gesto di responsabilità e solidarietà anche nei confronti della collettività chiamata a contribuire ad aiutare le fasce più deboli della popolazione.
Ad un recentissimo dibattito televisivo sull’argomento si è potuto chiarire con l’Onorevole Paolo Beltraminelli che la sua riforma ora in discussione già rappresenta un passo avanti rispetto agli esecrabili tagli lineari ma che, grazie ad un ulteriore lavoro di squadra tra legislativo ed esecutivo, si può e si potrà ora ulteriormente migliorare. La disponibilità in tal senso c’è tutta, da parte nostra; e ci mancherebbe altro visto quanto dal ministro è già stato mutuato e integrato a partire dal nostro correlato Atto parlamentare risalente del 25 novembre 2013. In termini pratici, abbiamo la possibilità di far risparmiare allo stato ulteriori dieci milioni di franchi all’anno senza che ciò penalizzi in alcun modo gli assicurati e i pazienti! Con queste prospettive e premesse la discussione è aperta riguardo i tempi e i modi. Ogni altra considerazione non ha alcuna ragion d’essere.
E, tra l’altro – volendo allargare il discorso – optare per modelli più convenienti dovrebbe essere un’attitudine da proporre a tutti i ticinesi per non mettere in secondo piano la necessità di agire sulle spese, prima ancora che sulle entrate (che, in altre parole, significa semplicemente maggiori tasse).
L’obiettivo del risanamento delle casse pubbliche non è un dogma, certo. Ma di sicuro una ragione più che legittima e giustificata dal fatto di poter finalmente far funzionare al meglio la macchina dello Stato e la nostra società – in cui siamo chiamati a vivere e a condividere – costituita da cittadini responsabili, consapevoli e accorti allo stesso tempo. Scusate se è poco!
Altri articoli del blog
Seguimi sui Social
Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
0 commenti