TRACCE DI AMIANTO IN UNA CASA SU DUE IN TICINO
Articolo pubblicato oggi, 11 gennaio 2015, sul settimanale IL CAFFE
Gli esperti spiegano dove si annidano i rischi maggiori
Tracce d’amianto
in una casa su due
MAURO SPIGNESI
Un semplice buco con il trapano, la polvere delle ceramiche che vola via. E dalla nuvoletta originata dalla colla che tiene appese le mattonelle si sprigiona un grave pericolo. “Si chiama amianto, ed è presente, indicativamente, almeno nella metà delle case ticinesi”, spiega Markus Felber, geologo e uno dei periti riconosciuti dalla Suva e e dal Cantone per certificazioni e bonifiche di questo veleno, un materiale con cui si sono isolati muri, pavimenti, facciate, tetti, soprattutto negli anni Sessanta e Ottanta. “Riscontrare tracce d’amianto – precisa tuttavia Felber – non vuol dire automaticamente che si sia in presenza di un pericolo immediato. Bisogna vedere dove si trova, fare una valutazione attenta, professionale, e capire quali sono i rischi per le persone. Certo, se si tratta di edifici pubblici, gli enti proprietari hanno il dovere morale di intervenire”. Dagli anni Ottanta in Ticino è cominciata una lunga lotta contro questo veleno annidato nelle abitazioni private. Ma anche nelle scuole. Un problema ancora aperto e rilanciato recentemente dal capogruppo Udc Orlando Del Don, che ha chiesto, in un’interrogazione, una nuova istantanea partendo dai lavori alle medie di Giubiasco. Del Don ha domandato al governo a che punto è “la campagna di analisi e verifiche della situazione negli altri edifici scolastici cantonali in cui si presumeva che durante la costruzione fossero stati usati materiali contenenti amianto”.
Una mappatura reale e precisa, tra edifici pubblici e privati, non esiste. Esiste però ormai da tempo la Rete InfoAmianto che fornisce una informazione dettagliata a imprese, proprietari e inquilini delle abitazioni. “Noi siamo a disposizione per orientare e dare assistenza in prima battura a chi sospetta o scopre d’essere davanti a situazioni di pericolo”, spiega Nicola Solcà, coordinatore per l’Ufficio della gestione dei rischi ambientali e del suolo, di Rete InfoAmianto. “Quando ci si trova davanti a questo materiale bisogna fare molta attenzione – aggiunge Solcà – perché occorre agire con regole e precauzioni precise, non possono farlo tutti”. Tanto che in Ticino attualmente ci sono sei imprese specializzate, certificate dalla Suva e dal Cantone, che devono notificare a questi enti l’inizio di bonifiche particolarmente impegnative .
“Quando noi facciamo una perizia, e su una media di dieci otto sono positive, spieghiamo dove si trova l’amianto e cosa bisognerebbe fare – aggiunge Markus Felber – poi alla fine dei lavori ritorniamo nel cantiere per certificare che tutto sia stato fatto regolarmente, rispettando le disposizioni”. Disposizioni che puntano, oltre a limitare i rischi per le persone che vivono accanto al cantiere, anche per gli stessi operai che devono indossare speciali tute e seguire un preciso protocollo d’intervento. “In questi anni è cresciuta una certa sensibilità – aggiunge Solcà – sono nate specializzazioni per il personale, sono arrivati nuovi materiali e sono state create discariche per smaltire in maniera appropriata i veleni”. Operazioni che costano. E che molti, in particolare i proprietari di abitazioni che poi offrono in affitto, tendono a realizzare in economia, magari chiamando un artigiano generico. Un errore. Anche la Catef, la Camera fondiaria, ha raccomandanto di non farlo.
È intervenuta anche la Commissione partitetica, invitanto alla prudenza e all’attenzione. “Oggi in Ticino sono aumentate competenze e professionalità, e noi abbiamo lavorato sul fronte della sensibilizzazione e delle regole”, spiega Roberto Dotti, direttore dell’agenzia Suva di Bellinzona. La Suva, in qualità di organo di controllo, si occupa preliminarmente di prevenzione e infortuni, è uno degli enti, con Rete InfoAmianto, ai quali ci si può rovolgere in prima battuta. “Noi – conclude Dotti – offriamo una consulenza globale”.
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
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