La politica che non sa, non vuole o non può comunicare?

Qualcuno si sta svegliando in questo ameno e placido Cantone rispetto al modo di comunicare o – meglio – di non comunicare della Politica e dei risvolti che questo ha sulla nostra vita di tutti i giorni.
Certo, il fatto che vi sia un certo fervore sul tema non significa ancora che le domande che contano e che fanno la differenza siano state poste in modo corretto, e ancor meno che si voglia o si possa trovare una soluzione.
Ho pertanto letto con un certo interesse la notizia di oggi che segnala nei prossimi giorni una conferenza in Ticino, che terrà la Prof.ssa Giovanna Cosenza, docente di semiotica all’Università di Bologna, dal titolo LA POLITICA NON SA COMUNICARE?
Premesso che la Prof.ssa Cosenza è un’illustre cattedratica – già allieva di Umberto Eco – devo però sollevare qualche perplessità, non certamente sul suo dettato e le sue indubbie competenze, quanto piuttosto sugli organizzatori della serata che hanno pensato di affrontare l’annosa questione della comunicazione e dell’agire politico sul piano delle semiotica.
Evidentemente qui ci poniamo sul piano del sapere condiviso, dei segni e significati degli enunciati.
Ma la politica va ben oltre, lo sappiamo, e i politici ancora più lontano e su binari non sempre logici e, soprattutto, non sempre lineari, consapevoli, comprensibili e decifrabili con la logica lineare.
Con ciò voglio semplicemente significare che se veramente volessimo affrontare con serietà il dire e il fare della politica dobbiamo allora avere un approccio diverso. Un approccio in cui abbiamo a che fare non con il sistema segnico e del significato condiviso e codificato delle parole e dei saperi, quanto piuttosto con tutto ciò che attiene all’inconscio del soggetto parlante che di volta in volta si presenzia a noi nel singolo (e non il semplice generico) politico identificabile in una specifica persona.
È infatti il suo inconscio che qui parla più di ogni altro megafono o decalogo o manifesto o proclama o dichiarazione che dir si voglia. Il politico stesso diviene infatti – nelle cose che contano – colui che è “parlato” dal proprio inconscio, indipendentemente da quello che egli crede di volere o di sapere sul suo cammino e programma politico.
Questo è il punto. E questa la ragione per la quale è così difficile affrontare la questione che qui ci sta a cuore.
Se si volesse una volta affrontare seriamente la questione della comunicazione politica, beh, non sarebbe male la prossima volta affrontare la questione in modo più articolato e rigoroso, invitando anche uno psicoanalista capace di spiegare ed affrontare questo tipo di complesso quanto affascinante fenomeno del funzionamento dell’incoscio in politica … magari con la presenza (facoltativa) di un semiologo … il che non guasta mai e fa sempre la sua bella figura.

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Orlando Del Don

Orlando Del Don

Medico, Psicoanalista, Politico

Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.

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