Pensioni d’oro, privilegi e signoraggi ad personam dei nostri Consiglieri di Stato
È a dir poco imbarazzante, molto imbarazzate questa tematica delle pensioni d’oro che si sono assicurati i nostri Consiglieri di Stato senza dover versare mai, dico mai, un contributo … come devono invece fare tutti i comuni mortali. E questo in tempi di crisi profonda, cronica, senza prospettive e speranze a medio termine, che attanaglia la nostra società e i nostri concittadini … tartassati come mai a memoria d’uomo! Orbene, questi nostri bravi superfunzionari si guardano bene dall’affrontare la scottante tematica … glissano, tacciono, si girano dall’altra parte in attesa che la bufera passi! Ma la bufera non può passare! È una questione di dignità umana, responsabilità e coscienza politica … e di buon senso: che sembra sempre più raro trovare ai nostri tempi. Come si può infatti chiedere ai ticinesi altri sacrifici, altri durissimi momenti di “lacrime e sangue” per sanare il buco miliardario dei conti dello Stato (creato non certo dai cittadini/contribuenti quanto dai nostri allegri ministri e superfunzionari in carica e tutti quelli in pensione o passati a miglior vita) da una posizione privilegiata come quella sulla quale si sono accomodati e serviti senza remore i nostri prodi Direttori di Dipartimento? Un ben quesito questo; senza possibile soluzione logica … se non si prendono in considerazione alcuni fattori fondamentali: la loro prosopopea, il sentimento di casta e di impunità, e una buona dose di opportunismo, ipocrisia, sfacciataggine o – per dirla in dialetto – una Bela facia da tola!
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
Egregio Dottore,
ho letto il suo commento in merito alle regole di pensionamento o meglio sarebbe dire di liquidazione dei nostri consiglieri di stato e la miglior risposta è già menzionata ed evidenziata nel suo scritto.
E' chiaro che, come ogni regolamento organico o legge che sia, passando anni e anni dalla sua entrata in vigore ad un certo punto deve essere riesaminata e contestualizzata ai giorni nostri.
In effetti questa indennità d'uscita era stata prevista per i consiglieri di stato! Per quei cittadini che erano eletti a ministro della nostra repubblica, che si adoperavano per governarla al meglio, che si spremevano come limoni e davano tutta la loro essenza e capacità per un Cantone sempre migliore del quale potevano poi beneficiare i cittadini elettori. Oggi il contesto è cambiato: vengono elette delle persone che, nella maggior parte dei casi, non hanno lo stesso obiettivo dei loro predecessori. Sono quindi a tutti gli effetti solo dei funzionari, schivano l'oliva al pari dei tanti normali funzionari statali e cercano a tutti costi la luce dei riflettori anche fornendo un'immagine tragicomica di loro stessi pur di tirare avanti il più possibile seduti sul "cadreghino" per beneficiare di maggior "prebenda" possibile quando saranno scaricati.
Ora il dilemma: cambiare il regolamento o cambiare modo di eleggere i ministri?
Caro Righetti,
La ringrazio per la sua acuta e pertinente precisazione.
In sostanza, tenuto conto che cambiare il modo di eleggere i ministri non è per domani, non resta che cambiare leggi e ordinamenti! Un caro saluto.
Orlando Del Don