Il Male, la Società e lo Stato
Questo mio contributo esce in concomitanza con il lancio del mio Blog e a poche ore dall’attesa sentenza sul caso BOMIO.
Non voglio però tornare ora sulle esecrabili e miserrime aberrazioni do quest’ultimo. I media ne hanno già parlato in abbondanza. Vorrei solamente ricordare due aspetti di questa tristissima e tragica vicenda che ha toccato il nostro Cantone; il dolore delle vittime e dei loro famigliari e il comportamento sociale delle persone che sapevano e che non hanno mai detto o fatto nulla per impedire o denunciare tutto ciò. In quest’ultimo caso concordo allora con l’unica cosa intelligente e sensata riferita dall’avvocata di Bomio che ha stigmatizzato questo comportamento, che merita però un approfondimento.
Dapprima però vorrei spendere due parole per esprimere la mia piena solidarietà alle centinaia di vittime di Bomio e ai loro famigliari. Vittime non solo, in tutti questi anni, delle azioni criminali e perverse di Bomio ma, pure, di tutta una serie di affermazioni riportate in questi giorni sui media che hanno fatto conoscere a tutti noi i pensieri, le allusioni, le tendenziose manipolazioni e le aberranti tesi sia di Bomio che dei suoi legali, periti di parte compresi. Queste affermazioni provocatorie, insinuanti e aberranti – assolutamente infondate – hanno ulteriormente umiliato e riaperto ferite dolorosissime nelle persone che sono state le vittime innocenti per anni (decenni) delle perversioni di Bomio! Un ulteriore danno indelebile nella loro vita e nei loro vissuti che si aggiunge al danno subito e patito con sofferenze indicibili in tutti questi anni.
Ma, unitamente a ciò, ci si deve ancora chiedere del perché in tutti questi anni nessuno ha mosso un dito per denunciare quello che, a quanto pare, in molti sapevano relativamente alle aberranti azioni di Bomio. Non credo che le persone in questione fossero tutte dei vili o degli egoisti. La mia ipotesi è un’altra e mette sotto accusa lo Stato e le Istituzioni. La ragione di questo comportamento per molti versi sconcertante è legato al fatto le che persone a conoscenza dei comportamenti innominabili di Bomio non nutrissero e non nutrano molta fiducia nelle Istituzioni. Anzi, che addirittura potessero finanche temerle. Che queste persone fossero messe in condizione di fortissimo disagio e conflittualità soggettiva davanti al dovere etico e morale di denunciare i fatti di cui erano venuti a conoscenza. Questa sfiducia, questa perplessità e questo timore di affrontare la macchina delle istituzioni e della giustizia ticinese è a mio avviso un elemento importante per cercare di trarre un insegnamento utile da questa vicenda. Lo Stato, le Istituzioni, la Giustizia devono ora cominciare a capire che è arrivato il momento di riconquistare la fiducia delle persone, devono capire che lo Stato deve essere molto più vicino alla gente, che è loro alleato, che li può aiutare sempre, e che non è invece un mostro burocratico, un Leviatano di cui si devono temere le conseguenze e reazioni se non le inazioni.
E adesso? Tutti noi possiamo fare qualcosa. Personalmente posso dire che mi attiverò subito per chiedere al nostro Consiglio di Stato due cose urgenti:
La prima, che lo Stato preveda una campagna informativa a tappeto la creazioni di consultori realmente efficaci in merito a questa delicatissima tematica. Consultori soprattutto privati, possibilmente, che non gravino sulle Casse dello Stato.
La seconda, che si organizzi in tempi brevi un Convegno cantonale che faccia luce su tutti gli aspetti di questa tragica piaga della pedofilia, della pederastia, della violenza sui minori e sulle forme di perversione di cui la società deve ora finalmente imparare a difendersi.
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
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