Donatello Poggi e la Lega degli Indignati
Ex presidente UDC si schiera con la nuova Lega di Poggi
La Lega degli indignati non è (più) un movimento da one-man-show, a metà novembre una serata informativa
BIASCA – Il loro obiettivo è chiaro, le elezioni cantonali del 2015, alle quali si presenteranno solo per il Gran Consiglio. Stiamo parlando della Lega degli indignati, il nuovo movimento di Donatello Poggi. Quando la Lega decise di candidare Sergio Morisoli per il Consiglio degli Stati nel 2011, l’ex granconsigliere Poggi entrò in rotta di collisione con Via Monte Boglia, in particolare con Attilio e Boris Bignasca. L’unico legame con la Lega dei Ticinesi rimaneva Giuliano Bignasca, e dunque con il suo decesso la rottura si è consumata definitivamente in poco tempo. Da qui è maturata la decisione di ritornare in campo, con la Lega degli indignati.
Verso metà novembre è prevista una serata informativa del nuovo movimento. Ma se finora la Lega degli indignati era un partito da “one-man-show”, ora si apprende che Poggi ha aggregato nelle sue fila anche Peter Walder, ex presidente dell’UDC di Lugano, dimessosi dal suo partito dopo le comunali (leggi l’intervista fatta al momento delle sue dimissioni).
Un programma all’attacco
Per il momento di programmi politici veri e propri non ve ne sono. Ma è già chiaro l’orientamento. «Questo è un Cantone ormai fuori controllo dove ogni giorno succede di tutto e di più e dove lo “scaricabarile”, sui cittadini, è ormai diventata la nuova parola d’ordine!», si legge in una nota firmata da Poggi e Walder. La Lega degli indignati spara anche sulla questione cassa malati: «si potrebbe effettivamente anche ridere per non piangere, trattandosi dell’ennesima farsa ai nostri danni, ma da ridere c’è ben poco perché sui premi pagati in eccesso dal Ticino (oltre 400 milioni di franchi) negli ultimi anni, il nostro presidente del governo, Paolo Beltraminelli, non si è ancora ben capito da che parte penda. Infatti, dopo aver portato a casa da Berna circa 60 mio di CHF (ne mancano 340!) se ne è uscito con l’infelice battuta: “…poteva anche andare peggio.” No comment».
«A Berna bisogna andare a pretendere il giusto dovuto e non a mendicare elemosine!», conclude il comunicato. «Il Ticino merita di più e questo governo ha molto deluso. Un governo che non decide, cincischia e rinvia».
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
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