Morti inspiegabili e improvvise? Quante le domande … e quante le responsabilità della società per queste morti annunciate!
Oggi ho saputo della tragica morte della figlia di Bob Geldof. Un dramma esistenziale che mi ha molto colpito e mi ha fatto riflettere sul rapporto genitori-figli, sulle sofferenze inenarrabili che molti, troppi giovani, si portano addosso nella più totale solitudine e smarrimento, sui consumi disinvolti di alcool e droghe di una società spesso permissiva e indifferente, sulle cure e sulle richieste di attenzione e amore che questi atti sottendono e reclamano e sulle inquietanti quanto pressanti tentazioni alle quali sono esposte queste persone particolarmente fragili e sensibili, in particolare per quanto riguarda certe “organizzazioni”, “associazioni” e “gruppi” che approfittano dello stato psichico e dei bisogni di attenzione e sostegno di queste persone.
Emblematica la storia di questa giovane donna, Peaches, 25 anni e due bambini, riportata sulle pagine del Corriere della Sera di oggi 8 aprile 2014.
” “L’ultimo messaggio è di domenica, “Io e la mia mamma”. Una vecchia foto rilanciata ai 193 mila seguaci su Twitter. Peaches, biondissima, in braccio a Paula Yates, la mamma, prima che una overdose di droga, nel 2000, gliela portasse via. Aveva appena 11 anni, Peaches, e ne rimase sconvolta. La sua vita segnata per sempre. La sua vita turbolenta, violenta. Triste e eccessiva. Figlia di una star della musica e dell’attivista politico, Bob Geldof. Figlia di una famosa giornalista televisiva e scrittrice. Figlia di un mondo subdolo che ti divora. Un mondo che da un momento all’altro ti crolla addosso e ti travolge. Con la cocaina, l’eroina, gli allucinogeni, l’alcol che ti ballano intorno e nel corpo. L’esistenza di Peaches è sempre stata così da quando rimase orfana. Intelligenza brillante ma tormentata, ambigua, condizionata da ombre e fantasmi del presente e del passato. E la fine di Peaches non può che essere misteriosa. Sola, in una casa del Kent. Spenta per sempre. Dopo quel suo ultimo ricordo della mamma. Omicidio o suicidio o un colpo fatale. La polizia lo tratta come un caso di “morte inspiegabile e improvvisa”. La sintesi delle sue sofferenze, Peaches, l’aveva realizzata nel novembre 2012 in un’intervista all’edizione inglese della rivista ELLE. “Ricordo benissimo il giorno in cui mia madre morì. È difficile parlarne. Non riuscii a tirare fuori una lacrima, non riuscii a esprimere alcun dolore. Rimasi intorpidita, bloccata. No, non sono arrabbiata con lei. Non l’accuso. La capisco”.
Aveva cominciato presto a scrivere la sedicenne Peaches, per prestigioni quotidiani e settimanali. Irriverente e timida aveva abitato a Chelsea, il quartiere dei VIP, ma scappò presto, allontanandosi dal padre Bob Geldof col quale aveva un rapporto in chiaroscuro, e trovando una sua strada: la televisione e le sfilate di moda. Gli onori, i titoli, le feste. “E le droghe, ogni tipo di droga”. Oltre che l’alcool. “Sempre ricordando ciò che era accaduto a mia madre”.
Nella vita di Peaches erano poi entrate altre ossessioni: il fanatismo religioso, l’occultismo e il satanismo.
Si era fatta coinvolgere nella SETTA DI SCIENTOLOGY e si era trasferita nel loro quartiere generale a Los Angeles.
Poi si era staccata da Scientology e si era tatuata sul braccio l’acronimo “O.T.O”, ovvero “Ordo Templi Orientis”, l’Ordine del Tempio di Oriente, un’organizzazione “iniziatica” che si definisce religiosa e che è registrata in California dal 1979 ma che si ispira all’esoterismo di Aleister Crowley, uno dei fondatori del moderno satanismo, ambiguo “guru di anime” dell’inizio e metà Novecento. Per molto tempo Peaches aveva tenuto nascoste queste sue passioni o deviazioni. Poi si era confessata. Ancora una volta su Twitter. Lo scorso anno e sempre con una foto, il tatuaggio. E aveva provocato scandalo invitando i suoi 193 mila seguaci ad andarle dietro nell’ “Ordo Templi Orientis>”.”
Un articolo ben fatto questo, a firma Fabio Cavalera, che ci deve far riflettere!
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
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