Il giardino degli Impressionisti
Quella casa, ma soprattutto il suo misterioso giardino sembravano saperne di cose … molto più di quanto lui avrebbe mai potuto saperne in una vita intera. Con i suoi oggetti d’altri tempi, la sua fontana … e il viale alberato, i suoi spazi: così lontani nel tempo e prossimi, nella memoria.
Ad un certo punto perse la cognizione del tempo; e anche lo spazio sembrò subire una trasformazione.
Minima, a ben guardare, ma capitale! E la luce … antica e nuova al contempo!
Non poteva essere un sogno, anche perché aveva la netta impressione di non essere mai stato così vicino e fuso con la realtà (ma, come si dice, con i sogni non si può mai sapere).
Fu allora colto da una intensa nostalgia (o malinconia?) per qualcosa che gli era appartenuto e che ora di presentava a lui sottoforma di sottili e indefinibili emozioni che ebbero l’effetto di metterlo in uno stato di placida eccitazione.
Vide – gli sembrò di vedere – le immagini di una scena di un mondo senza tempo che forse gli era appartenuto, vide un giardino, un ponte di legno, un vecchio e fiabesco maniero, un viale alberato.
Fu allora che mi chiese se avesse egli mai vissuto in un posto come quello, quand’era ancora bambino.
Gli risposi che si, esisteva quel posto … da qualche parte nel suo passato … e anche nel mio e che, come lui, lo stavo cercando da sempre!
Quello però che – per lui – era più complesso da capire … doveva ancore venire. Lo presi da parte, ci sedemmo su una panchina, proprio di fronte a ponticello sul quale vi era il cartello con la scritta IL GIARDINO DEGLI IMPRESSIONISTI, e gli dissi:
“Vedi figliolo, questo che noi ora stiamo vivendo – assieme, in questo che è stato chiamato con il bel nome di “Giardino degli Impressionisti” – non è esattamente la Realtà. Piuttosto, vedi, questo è il nostro sogno. La realtà di entrambi è infatti un’altra. E tu, come me, stai semplicemente tentando di svegliarti a questa realtà. Nei ha avuto – oggi – un assaggio. Avresti potuto metterci una intera vita – ne hai di fronte un esempio – e forse ci metterai una vita in questa tua ricerca. Non è questo l’importante. Quello che conta, invece, è il fatto che è questa la strada che devi percorrere. Questa è la tua missione in questo sogno. E se tu lo vorrai, se ce la metterai tutta, ce la farai: e allora scoprirai quello di cui oggi hai avuto solo una fugace ma splendida anticipazione, della quale sono stato fortunato testimone. Vai ora … rientriamo, la mamma e i tuoi fratelli ci aspettano”.
Altri articoli del blog
Seguimi sui Social
Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
0 commenti