Una scuola per tutti e in favore dei nostri giovani?

Preoccupante lo scenario che emerge dai vissuti di allievi e genitori!

Il malcontento fra genitori, studenti e, pure, fra molti docenti della Scuola Media di Bellinzona, è profondo e al limite dell’esasperazione. Una situazione che, malgrado i vacui tentativi di rassicurazione, continua ad aggravarsi. Un vero e proprio calvario per moltissimi giovani e per i loro genitori. La colpa? Non certamente di questi ultimi e dei loro figli che sono le vittime sacrificali del sistema. Così non va proprio più. Le situazione esige ora che tutti gli attori coinvolti si assumano subito le loro rispettive responsabilità. Molte le misure possibili per migliorare questo inquietante scenario; peraltro tutte già note a responsabili ed autorità preposte che dovrebbero, a questo punto, solo attivarsi. Non le riprenderò in questa sede. Ritengo comunque che la realtà critica della SM di Bellinzona non sia però un caso isolato. Qui vorrei perciò modestamente suggerire due misure generali, come interventi d’urgenza con valenza anche strutturale, peraltro già conosciute e apprezzate in altri contesti scolastici. La prima, riguarda la possibilità data agli studenti di poter esprimere il loro giudizio relativamente a quanto offerto e ricevuto dalla scuola e, soprattutto, in merito alla qualità dell’insegnamento. Giudizi che dovrebbero essere formulati parallelamente a quelle dei docenti, in modo da aiutare i responsabili ad attivarsi nelle misure correttive da adottare. Ciò inoltre permetterebbe di affiancare e sostenere i docenti nel difficile compito di scongiurare o perlomeno contenere i danni di un pericoloso quanto diffuso pessimismo; frutto anche di un cronico disagio, di pregiudizi e demotivazioni che alimentano la falsa convinzione che “oramai i buoi sono scappati dalla stalla” e che “tutto quello che si poteva fare è già stato fatto”. La seconda riguarda invece il modo in cui le direzioni didattiche elargiscono educazione e sapere ai nostri studenti. Forse, ancora una volta, sarebbe bene ricordare a molti pedagogisti ed esperti cantonali che i nostri giovani sono il nostro futuro e che le esigenze di questi ultimi non sono assimilabili alle paure, ai pregiudizi e agli interessi di chi ha perso oramai entusiasmo per la loro educazione. Questi giovani meritano molto di più e si aspettano perlomeno rispetto e considerazione nei confronti della loro intelligenza, sensibilità  e dignità, come pure nei confronti dei loro vissuti spesso dolorosi e fragili, in un mondo (quello voluto degli adulti!) violento, ipocrita ed egoista! Giovani con una sensibilità straordinaria, entusiasti, esigenti anche, fiduciosi e reattivi, alla ricerca di una scuola, di docenti e di “Maestri” in grado di insegnare loro come mettere a frutto i loro talenti. La maggior parte di questi giovani è però puntualmente abbandonata a sé stessa,  al  fai-da-te e alle soluzioni di ripiego; delusi, smarriti, amareggiati e depressi, essi sono spesso vittime innocenti di atteggiamenti  stigmatizzanti e pesantemente penalizzanti. Un vero e proprio percorso di sofferenza per loro e per le loro famiglie, dapprima; per la comunità e la società  poi. E allora, che ci si dia finalmente da fare seriamente, ma subito! Che la scuola e le autorità preposte la smettano di piangersi addosso, buttando ogni responsabilità sulle vittime stesse del loro immobilismo. Perché, parafrasando P. Bichsel, “È ben strano ed ipocrita l’atteggiamento di una scuola che presupponga sempre negli allievi la mancanza di desiderio di imparare; è sempre vero, invece, l’esatto contrario. Sempre!” 

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Orlando Del Don

Orlando Del Don

Medico, Psicoanalista, Politico

Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.

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