Pianificazione ospedaliera cantonale in un vicolo cieco?

Il titolo del mio intervento si chiude con un punto interrogativo ma sono sempre più dell’opinione che dovrebbe essere siglato invece con un punto esclamativo! Per molte ragioni.
Dapprima perché le notizie che filtrano a colabrodo e che sono poi ripresi dai media sono a dir poco abborracciate e contraddittorie. Il che conferma la situazione poco profilata e poco professionale che caratterizza questa pianificazione nel suo insieme.
In secondo luogo perché l’impressione sempre più marcata è che il Dipartimento Sanità e Socialità in realtà predichi bene ma si razzoli male. Quante volte infatti le dichiarazioni di intenti, le promesse, le anticipazioni sono poi state smentite nei fatti, con profondo disappunto e sconcerto da parte dei professionisti interessati e dei politici stessi.
In terzo luogo perché comunque alcuni elementi oggettivi di scontento sono talmente palesi e inquietanti da essere ora sulla bocca di tutti e in quanto tali lasciano molto perplessi non solo la popolazione ma, soprattutto, i professionisti del settore: parlo qui dei medici della Regione di Bellinzona e Valli.
La Regione di Bellinzona e Valli infatti, in questa pianificazione ospedaliera cantonale, sembra essere stata sottovalutata se non addirittura sacrificata in modo non solo iniquo ma addirittura controproducente e pericoloso.
Hanno infatti ragione i medici e gli amministratori che si sono ribellati e hanno reagito esprimendo tutto il loro scontento e dissenso in queste settimane. In particolare lo smantellamento degli ospedali di Faido e di Acquarossa e – pure – dell’Ospedale San Giovanni di Bellinzona appare inspiegabile e pericoloso. Per i pazienti stessi che rischiano così in futuro di non poter più essere curati al meglio, e per le strutture stesse che in queste condizioni perderanno tutto il loro bagaglio di conoscenze e competenze costruito con sagacia e tenacia negli anni. Perdendo nel contempo anche posti di formazione per i medici assistenti e – come logica conseguenza – posti di lavoro, servizi e ricadute economiche per la Regione e le Valli! Senza contare poi che l’Ospedale di Bellinzona, in questa prospettiva, verrebbe poi letteralmente invaso da richieste provenienti dalle Valli Leventina e Blenio senza – a quel momento – poter più garantire le infrastrutture e le competenze richieste per far fronte con sicurezza e tempestività alle necessità della popolazione.
Ha un bel gridare allo Scandalo il Sindaco di Bellinzona Mario Branda … un po’ tardino rispetto ai tempi della politica. Se vogliamo correggere il tiro dobbiamo muoverci non solo con i titoli sui giornali e gli scambi epistolari ma prendendo posizione con i pianificatori interessati in colloqui serrati e assidui che non potranno essere interrotti se non quando si cominceranno a vedere i primi risultati di una pianificazione ospedaliera che possa ritenersi tale. Per il bene dei pazienti in primis, ma anche per il bene della nostra sanità, dei nostri ospedali e del nostro Paese.

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Orlando Del Don

Orlando Del Don

Medico, Psicoanalista, Politico

Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.

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