Nuove vie per la guarigione grazie alla lettura (biblioterapia) e alla scrittura (scrittura creativa)
Intervista (luglio 2017) di Paola Bernasconi al Dr. med. Orlando Del Don, psicoanalista, psicoterapeuta, responsabile del Laboratorio di biblioterapia e della Scuola di scrittura creativa presso la My Way Services SA di Bellinzona
I libri possono aiutare a guarire?
I libri da sempre hanno aiutato gli uomini a guarire. Questo è indubbio. Ma lo hanno sempre fatto con discrezione ed elargendo i loro doni e i loro benefici solo a coloro che li hanno desiderati con la costanza, la determinazione e la passione di un amante.
In ambito psicologico e psichiatrico il loro aiuto può pertanto essere molto, molto importante. La discriminante in questi casi sono però i terapeuti i quali da una parte devono essere in grado di porre le indicazioni clinico-diagnostiche corrette e dall’altra devono saper interagire in modo creativo e incisivo sia con i loro pazienti che con il testo o i testi di volta in volta scelti o indicati.
Ho trovato fonti che parlano dell’azione positiva della lettura anche nella cura delle malattie “fisiche”. Leggere, quindi, per il tramite dell’inconscio, potrebbe aiutare anche in caso di problematiche psicologiche, psichiatriche e somatiche?
Le neuroscienze dinamiche e, in particolare, la psicoanalisi ci ha permesso di capire il funzionamento dell’inconscio e come esso – come ben formulato da Lacan – sia strutturato come un linguaggio. Questo implica fra le altre cose che noi siamo il nostro inconscio e che questo è il frutto delle nostre continue interazioni con la cultura, il sapere, la conoscenza … e la lettura. In altre parole noi siamo tutto ciò che abbiamo visto, udito, letto e immaginato, amato, desiderato. Siamo cioè ciò che siamo riusciti a formalizzare e a concepire grazie al linguaggio. Tutto quanto è rimasto invece inespresso, non enunciato, afasico, tutto ciò che è rimasto al di fuori dal linguaggio si traduce e si trasforma prima o poi in sintomo, sofferenza, malattia … non solo psicologica e psichiatrica ma anche fisica.
Come scegliere il proprio libro o i propri libri? In modo standard o a seconda della persona, del carattere e anche del livello culturale?
Evidentemente non è con un approccio schematico/standard che la biblioterapia raggiunge i suoi obiettivi e i
risultati desiderati. Peraltro, e al contempo, la biblioterapia stessa non è uno mero strumento a se stante che può essere applicato utilmente in assenza di un approccio pluridisciplinare; clinico, medico, psicoterapeutico e riabilitativo/integrativo.
In molti ritengono che lo scrivere aiuta, ma ci sono delle connessioni con la biblioterapia? E con la musicoterapia? Anche lo scrivere, ovviamente, aiuta: moltissimo. Ci sono stati grandi autori che proprio grazie alla scrittura hanno trovato un aiuto essenziale (se non vitale) nella loro parabola esistenziale. Scrittori del calibro di Joyce, Gadda, Berto, Svevo, Dickinson, Carrol … l’elenco potrebbe essere lunghissimo!
Il rapporto fra scrittura e biblioterapia è infatti stretto e molto, molto affine. Difficile pertanto separare in modo scolastico e artificioso queste due modalità di intervento in quanto possibili strumenti terapeutici.
Presso il nostro Centro clinico a Bellinzona (la MY WAY Services) abbiamo pertanto ideato e strutturato da alcuni anni un progetto articolato che integra questi elementi in un tutto coordinato e dinamico. Da un lato l’Atelier di biblioterapia, dall’altro il Laboratorio (la Scuola) di scrittura creativa e – dallo scorso anno – anche la Flamingo Edizioni, la nostra piccola casa editrice che vuole favorire e aiutare coloro che voglio pubblicare i loro lavori.
Per quanto riguarda la musicoterapia anche qui potremmo fare lo stesso discorso fatto sopra. Sono, questi, i nuovi approcci alla riabilitazione e alla cura dei nostri pazienti e che stanno dando ottimi risultati sul piano clinico e scientifico.
Leggendo capita talvolta di entrare in un leggero stato ipnotico; è forse grazie a a questo meccanismo e all’immedesimazione che ne consegue che la biblioterapia funziona?
Secondo le ricerche condotte sui neuroni specchio, agire o immaginare di compiere una certa azione produce in entrambi i casi una reazione a livello cerebrale e psicologico. L’immaginazione produce esperienza e attiva la capacità di proiettarsi in situazioni nuove in grado di determinare conseguenze sul piano della coscienza. Secondo Régine Detambel, autrice di “I libri si prendono cura di noi”, possiamo considerare un libro come un cerimoniale magico di guarigione, lo stimolo per un cambiamento profondo e durevole.
Non c’è il rischio che ci si immedesimi e dunque si segua l’esempio di un personaggio con una situazione similare a quella di chi legge finendo però per seguire modelli non corretti, validi solo nel mondo letterario che non è quello reale?
Il pericolo non esiste quando si è seguiti da personale esperto in ambito psicologico, psichiatrico e psicoterapeutico e quando non ci si affidi a soluzioni estemporanee o a pratiche/offerte discutibili e/o supportate unicamente dalla buona volontà o dalle buone intenzioni ma avulse da esperienza clinica e da una formazione accademica in ambito psicologico, psichiatrico e/o psicoanalitico.
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
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