Riporto di seguito la mia presa di posizione a seguito della lettura (28.09.2016) di un commento pubblicato da un portale ticinese a firma Andrea Mammome. Dopo il mio scritto e la mia presa di posizione ho ripreso e riportato integralmente lo scritto dello storico Andrea Mammome affinché il lettore si faccia una sua precisa idea riguardo il grado di sicumera, arroganza e di distorsione dei fatti che infarciscono il suo dettato.
Ecco la mia presa di posizione:
SORPRENDENTE, POPULISTA, QUALUNQUISTA E ABBORRACCIATO l’intervento di questo storico che ci guarda con sufficienza e ci squalifica senza appello. Per Andrea Mammone i Ticinesi che hanno sostenuto Prima-i-nostri sono tutti degli ignoranti, poveri individui che si sarebbero lasciati abbindolare da estremisti di destra e da nazionalisti egoisti quanto limitati! Questo in estrema sintesi l’impietoso giudizio sommario di Mammone. C’è da che inorridire di fronte a questo cosiddetto storico incapace non solo di elaborare un pensiero e un’analisi rigorosa e obiettiva del voto di domenica scorsa ma – come se non bastasse – infarcisce e inanella il suo dettato di emerite banalità da “Bar sport”, insulti, pregiudizi, estremismi, fanatismi ed errori pacchiani imperdonabili. Non vale certo la pena tentare di replicare e di far ragionare un simile soggetto; sarebbe tempo perso. Cionondimeno una cosa bisogna ricordargliela ad Andrea Mammone: e cioè che la Svizzera non è certo una democrazia nata ieri (come vorrebbe lasciare intendere) e che gli Svizzeri e i Ticinesi non sono – pure loro – un branco di pecoroni ignoranti pronti a farsi indottrinare ed insultare dalla sua spocchia, dalla sua becera arroganza e supponenza da primo della classe. Spero infine che Mammone, nella sua qualità di storico, si limiti a scrivere le sue deliranti tesi e che non sia nelle condizioni di nuocere ai potenziali giovani studenti universitari sottomessi al suo supposto magistero.
- MED. ORLANDO DEL DON, PRESIDENTE SEZIONE UDC BELLINZONA
Ed ecco quanto scrive Andrea Masmmome, storico:
Prima i nostri: “Una conferma dell’ignoranza della società”
Andrea Mammome, studioso dei movimenti di estrema destra, analizza il voto ticinese di domenica
La vittoria dell’iniziativa “Prima i nostri!” nel voto di domenica nel canton Ticino è la conferma “di una tendenza generale” che percorre l’Europa e l’Occidente, quella di un ritorno prepotente delle forze che “guardano esclusivamente agli interessi nazionali”.
E per i partiti progressisti, cristiano-democratici o socialdemocratici che siano, la battaglia politica si è fatta molto difficile, anche alla luce della diffusa “ignoranza” che pervade le nostre società, favorita dai tagli all’istruzione propugnati dalle politiche neoliberali e dai media, che “per vendere qualche copia in più” cavalcano le tematiche care alle forze populiste. Andrea Mammone, storico dell’Europa Moderna della Royal Holloway University of London, studioso dei movimenti di estrema destra, legge così dalla capitale britannica, con l’agenzia Adnkronos, l’esito della consultazione popolare fra Airolo e Chiasso.
E avverte: in Europa tendiamo a dare la democrazia per scontata, ma in realtà dimentichiamo che per molti Paesi è iniziata solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. E per altri, che stavano al di là della Cortina di Ferro, la democrazia è spesso un fatto molto recente, non un’acquisizione che si possa considerare eterna. Il risultato nel Ticino, dice Mammone, “è un esempio di un trend generale. Abbiamo visto negli ultimi anni una crescita di movimenti nazionalisti, antieuropei, anti-tutto, solamente pro-Nazione e cittadini della propria nazione”. E si tratta ormai di un fenomeno generalizzato.
“E’ evidente che ormai non c’è grande differenza tra Paesi ricchi e Paesi poveri, tra Nord e Sud, tra Est ed Ovest. Il referendum svizzero conferma che gli Stati nazionali riiniziano a guardare dentro se stessi: ci sono forze che sempre di più sembrano prevalere e guardano esclusivamente agli interessi nazionali”.
La cause di questo fenomeno politico sono molteplici. Una delle principali, spiega Mammone, è che “c’è una grande ignoranza di base. E qui anche noi che lavoriamo nell’istruzione dobbiamo cominciare a porci delle domande: come è possibile che si generi tanta ignoranza nella società? E non parlo tanto dei giovani: se guardiamo al referendum sulla Brexit, vediamo chi si è bevuto tutte quelle fesserie non sono stati certamente i giovani. C’è un’ignoranza di base nella società, cui i media contribuiscono in maniera forte, per vendere qualche copia in più, o forse per ignoranza stessa di alcuni giornalisti e commentatori”.
Oramai in Europa, e non solo, continua lo storico, “siamo a un livello in cui la demagogia vince su tutto. In Svizzera hanno preferito credere di più a campagne stampa in cui un bancario italiano, che magari da venti anni fa quel lavoro in Svizzera, viene definito un ratto, un ladro che ruba il lavoro agli svizzeri. È un fenomeno non solo europeo, ma occidentale. L’ascesa di Donald Trump mostra che questo discorso anti élite è ormai tipicamente occidentale”, non più solo europeo. Di fronte a questa ondata, che cosa possono fare le élite cristiano democratiche o socialdemocratiche?
“Fondamentalmente – secondo Mammone – dovrebbero ricominciare daccapo. Anzitutto non inseguire questi pifferai magici sul loro terreno, come invece alcune volte si fa. Dovrebbero contribuire a ricostruire quello che hanno contribuito a smantellare, un sistema di istruzione. Ormai è evidente: l’ignoranza genera anche questo”.
ATS | 27 set 2016 16:2