Le reazioni della politica ticinese dopo la storica decisione della Banca Nazionale Svizzera

La decisione della Banca Nazionale Svizzera di rinunciare a sostenere la soglia minima Euro/Franco ha creato uno stato di giustificata preoccupazione – se non addirittura il panico – anche e soprattutto in Ticino.

In particolare in questi giorni si è assistito a una ridda di reazioni e proposte disordinate da parte della politica e dei partiti.

Infatti PPD, PLR e PS si sono attivati in modo unilaterale e scoordinato proponendo – in modo un po’ improvvido – la loro letture della situazione e le loro soluzioni e proposte. Una reazione questa che, anche se comprensibile, non fa altro che creare ancora più confusione e panico nella popolazione e nelle istituzioni stesse!

Evidentemente questa decisione della BNS rappresenta per il nostro Cantone e per le aziende ticinesi una nuova difficile sfida. Cionondimeno questa decisione era nell’aria da tempo, anche se sempre smentita dalla stessa BNS. Del resto l’abolizione della soglia minima Euro/Franco non poteva di certo essere procrastinata a tempo indeterminato e aspettare ancora avrebbe comportato maggiori difficoltà e problemi, non solo per il Paese, ma anche per la stessa BNS.

Per le aziende di esportazioni (ma non solo), per il turismo, per il Canton stesso comincia quindi ora un periodo difficile ma, soprattutto, per coloro che in questi anni non si sono preparati a questo evento illudendosi che il sostegno artificioso all’Euro potesse continuare sine die!

Ora però, dopo l’annuncio “a sorpresa” della BNS (che una settimana prima aveva ancora dichiarato di non avere intenzione di rinunciare a questa politica monetaria a sostegno della soglia minima Euro/Franco!) ritengo sia più che mai opportuno aspettare alcune settimane per valutare e capire gli effetti che la decisione produrrà. In particolare bisognerà capire cosa farà prossimamente la Banca Centrale Europea (BCE) e, ancora, la stessa BNS, anche perché quest’ultima non è credibile abbia potuto prendere una decisione di questa portata senza prima aver preventivamente consultato e pianificato il tutto con le sue omologhe e con la stessa BCE.

In questa situazione è però necessario ora coordinarsi, fare quadrato e, pertanto, ritengo sia prioritario per il Ticino che gli esponenti della politica cantonale possano pianificare alcuni passi a mente fredda: e ciò prima di coinvolgere il CdS, nonché Berna, gli esponenti del mondo economico e sociale, ecc. Magari istituendo – questo sarebbe il mio auspicio – una tavola rotonda di crisi con tutti gli esponenti della politica cantonale e, in particolare, con tutti i presidenti di partito, affinché gli stessi, in modo compatto, si adoperino e si impegnino nell’analisi e nell’approfondimento della situazione in essere cercando di trovare poi soluzioni sostenibili e condivise … prima di passare alla loro messa in atto. Con ciò si eviteranno interventi improvvidi e unilaterali da parte dei vari gremi attivi nel Paese e, al contempo, la politica darà finalmente prova di solidarietà, condivisione, spirito di collaborazione e di responsabilità. Sarebbe un bel segnale per il Paese e l’inizio della svolta che, in casi come questi, rappresenta la sola via d’uscita davanti alla sfida che ci attende e che, in quanto tale, potrebbe anche essere un’opportunità nuova da saper cogliere

Orlando Del Don, Gran consigliere UDC

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Orlando Del Don

Medico, Psicoanalista, Politico

Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.

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