La Nuova Bellinzona: fra lavoro, mobilità, traffico e territorio
Articolo apparso su IL MATTINO DELLA DOMENICA in data 12.03.2017
Negli ultimi anni Bellinzona e i suoi nuovi quartieri hanno visto sorgere edifici come funghi e aumentare il traffico in maniera esponenziale (sia da parte di coloro che vivono nel Bellinzonese, sia da parte di chi ci viene solo a lavorare), oltre a essere interessati da un aumento della po- polazione non indifferente.
Tutto ciò ci parla di vitalità, certo, ma il rischio è quello di assistere, com’è avvenuto in altre città del cantone, a una deturpazione edilizia e del territorio che non ci possiamo – e non vogliamo – permettere.
Nonché ad un peggioramento esponenziale del traffico – a cui, del resto, stiamo già assistendo – e ad un servizio pubblico costantemente sotto pressione e vieppiù inadeguato al bisogno. Le zone 30 nei quartieri Carasso, Galbisio, San Giovanni, Vela e Pedemonte, da sommarsi a quelle delle zone del Cimitero/Semine e di Ravecchia, oltre alle zone 20 nei pressi della stazione e del palazzo del governo, fanno parte di un’attenzione alla qualità della vita cui plaudo, ma, da sole, non basteranno per incrementare la mobilità dolce – con le zone ciclo- pedonali in testa – così come non basteranno le varie misure di moderazione degli assi di collegamento, né il semi vincolo, già messe in essere.
Tutto ciò non significa, ovviamente, una dichiarazione di guerra all’auto, ma al contrario, un richiamo alla necessità di collaborazione e integrazione tra due tipi di mobilità, ugualmente importanti. Da una parte la macchina e dall’altra il servizio pubblico e la mobilità dolce, con l’incremento di ciclopiste.
Accolgo con positività l’implementazione generalizzata dei trasporti pubblici del Bellinzonese ma richiamo l’attenzione anche alla necessità di nuovi posteggi, onde evitare che chi è obbligato a utilizzare l’auto, ad esempio per motivi legati agli orari di lavoro, venga ingiustamente penalizzato. Va da sé che alcuni interventi vanno pianificati con il cantone – visto che interessano strade cantonali (pensiamo alla strada cantonale di Carasso) – ma è da Bellinzona che, in primis, deve partire la spinta propulsiva per fare in modo che auto e camion non mettano in difficoltà non solo i cittadini troppo spesso incolonnati, ma anche le attività produttive (commerci, servizi e turismo), che hanno bisogno di un traffico fluido.
Per avere una città a misura d’uomo il municipio dovrà fare la sua parte, collaborando con aziende e cittadini, pianificando con attenzione le strategie di mobilità future. Il che significa non pensare solo sul breve termine ma prevedere lo sviluppo negli anni a venire.
E tutto ciò parallelamente ad una revisione/redifinizione del Piano Rego- latore.
DR. MED. ORLANDO DEL DON CANDIDATO AL MUNICIPIO E AL CC PER LA NUOVA BELLINZONA LISTA N. 1, LEGA-UDC-INDIP-NOCE
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
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