La fine di un sistema politico-ecnomico e sociale perverso e iniquo
Nessuno di noi è perfetto, nessuna società è perfetta … e tantomeno giusta! Nessuna felicità può essere offerta e pianificata da un sistema politico o da un’autorità costituita, qualunque essa sia! Ciò nondimeno si continua imperterriti a illudere le persone e le “masse” che tutto ciò sia possibile e pianificabile; … che l’idea della “perfezione impossibile” sia un falso!
Ed ecco allora che la questione viene promossa in tutti i modi immaginabili attraverso le variegate e fantasiose ricette dell’ “I am OK“, del “We are OK” o del “Ci pensiamo noi alla Vostra felicità” o, ancora, con l’omologazione di massa, il consumismo, la globalizzazione del pensiero e del Politically correct!
Ci troviamo quindi di fronte ad una patologia sociale di proporzioni mai sperimentate e pensabili prima d’ora. Una patologia sociale nella quale si è voluto abolire la soggettività, l’individualità, il pensiero meandrico o – per meglio dire – il nostro inconscio nonché il concetto stesso di inconscio. Quest’ultimo essendo stato sostituito con un algoritmo orientato e programmato secondo una logica lineare finalizzata ad un funzionamento sociale stereotipato e semplificato in forma estrema. Un sistema estremamente funzionale alle politiche di controllo, logico-formale, di superficie e per ciò stesso … espressione dei costitutivi più primitivi e semplici del funzionamento sociale ma, al contempo, assolutamente incapaci di esprimere la soggettività unica di ognuno di noi!
L’attuale “desiderio” di omologazione del soggetto porta quindi ognuno di noi a non più essere in grado di ascoltare il proprio inconscio, addirittura a non volerlo neanche più ascoltare … fino al paradosso di non essere neanche più in grado di pensare di averne uno (di inconscio), da qualche parte dentro di noi!
La conseguenza di tutto ciò è che ci siamo pertanto indeboliti, assuefatti, fragilizzati, omologati e sempre più “ammaestrati” all’interno di un funzionamento sociale e psicologico prevedibile, consumistico, banale, riproducibile, vendibile e facilmente controllabile nonché manipolabile! Un assetto, questo, organizzato secondo modalità globalizzate e consumistiche e da dove non potrà mai nascere e svilupparsi niente nuovo, di innovativo e/o originale.
Un sistema organizzato, questo, diventato oramai incontrollabile, estremamente potente e che naturalmente appare quanto mai vigile ed attento ad annientare e scoraggiare sul nascere ogni forma di soggettività, ogni visione diversa o divergente, ogni pensiero non omologato, ogni minoranza, diversità, anomalia e/o imperfezione nel sistema … che non sia stata a sua volta essa stessa programmata e voluta, naturalmente!
Solo una grave, gravissima crisi economico-finanziaria e politica potrà infatti modificare questo poderoso sistema organizzato e autocentrato di funzionamento, questo assetto politico-economico-finanziario elevato a paradigma non sindacabile e non emendabile! E questo è quanto sta in effetti accadendo sotto i nostri occhi, in Europa – principalmente – ma non solo. Tutto il mondo e il paradigma di funzionamento economico-finanziario e politico occidentale stanno infatti manifestando cedimenti strutturali e profondi ribaltamenti dai quali possiamo attenderci di tutto: il peggio naturalmente ma, al contempo e paradossalmente, anche il meglio!
In questo momento storico particolare, il cosiddetto disagio della civiltà non è infatti più organizzato (come lo fu in epoche passate) come protesta sociale condivisa e strutturata grazie alla chiara e forte percezione della propria soggettività in rivolta quale logica conseguenza dell’ascolto del proprio inconscio soggettivo. Inconscio collettivo che avrebbe dovuto e potuto chiamare tutti noi alla rivolta davanti al nostro disessere, alla nostra “mancanza ad essere“! No, questa forma di protesta sociale condivisa è mancante, assente, non più operativa, sostituita com’è dalle forme di reazioni omologate al disagio individuale che si esprime nelle nuove forme del sintomo che abbondano nelle nostre società.
E allora ecco un fiorire di modalità di ricerca di una soggettività perduta che pare ritrovare per un attimo un soffio vitale attraverso soluzioni individuali ed effimere di affermazioni di se che non vanno oltre il tempo della durata dell’esperienza stessa messa in essere. Con cosa? Con la ricerca dell’estremo (sport, rapporti sessuali a rischio, provocazioni, ecc.), con la pornografia violenta, con le droghe di tutti i tipi e nelle sue più disparate forme di assunzione, con i Social media, con la ricerca del proibito, la sfida alla morte, con i consumi sfrenati, così come con le nuove e vecchie forme di dipendenza, ecc. Mi fermo qui, l’elenco essendo infatti troppo lungo!
Ecco allora che l’economia, la finanza, la politica e la psicoanalisi si ritrovano ora come mai sempre più al centro delle questioni cruciali della nostra società e della stessa nostra vita! Sempre più infatti esse appaiono ora interdipendenti, interconnesse, sempre più interpellate e indagate. Ciò che è stato scacciato dalla porta ritornando ora dalla finestra … “et, pour cause“!
E allora, in conclusione?
La soluzione appare allora intrinseca al problema stesso e alla crisi che da questo si sta sviluppando senza possibilità di cura! Intendo dire con ciò che questa stessa crisi in atto contiene fortunatamente delle opportunità! Per un nuovo paradigma, un nuovo inizio, un nuovo impegno, una nuova visione della realtà e per nuove forme di convivenza sociale, ma anche per nuove verità, nuove modalità esistenziali, nuovi rapporti di forza, nuovi valori, nuove filosofie dell’essere, nuove regole e nuove promesse nel rispetto dell’essere dell’Uomo.
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
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Tu?
Non uso il correttore … come del resto non lo usa Lei, da quanto mi risulta leggendo il Suo commento. Un caro saluto.