Il dopo Bomio
Il caso Bomio è ora chiuso? Concluso con il suo processo e la sua condanna?
Evidentemente no. Sono almeno cinque le riflessioni e gli approfondì che la società e la politica dovrà ora affrontare senza tentennamenti.
Il primo riguarda la credibilità delle istituzioni.
Questa non avrà soluzione finché vi saranno protagonisti equivoci come quelli che hanno avuto un ruolo di primo piano nel corso del processo in questione. Per non far nomi intendo avvocati (gia’ attivi in magistratura) che hanno la temerarietà e l’ardire di rivestire ruoli che sono incompatibili con il loro mandato e periti di parte (anche questi gia’ collaboratori della nostra magistratura) che, anche questi, hanno la temerarietà e l’ardire di sostenere tesi inqualificabili e che squalificano la psichiatria la scienza forense ticinese.
Il secondo riguarda il problema inquietante delle violenze sui minori. Violenze sessuali, fisiche e psicologiche, tutte in continua e preoccupante crescita, anche alle nostre latitudini. Dobbiamo anche qui avere il coraggio di affrontare alla radice il problema. Per far ciò propongo di organizzare a breve un congresso Cantonale – con la partecipazione di tutti i partner pubblici e privati coinvolti – con l’obiettivo di quantificare, analizzare e studiare le misure per contenere il fenomeno.
Il terzo fa riferimento alla formazione e alla prevenzione. Per quanto riguarda la prevenzione, beh, qui basta solo essere coscienti della gravità del fenomeno e voler veramente attivarsi per fare della buona prevenzione. Più difficile invece è il tema della formazione in questo ambito: di magistrati, avvocati penalisti, funzionari della pubblica amministrazione, docenti, operatori sociali, membri dei vari consessi pubblici e privati che si occupano di assistenza alle vittime. Basti sapere che questo tipo di formazione la si può e la si deve fare, anche in Ticino.
Il quarto aspetto – che voglio solo qui evocare – tocca la questione relativa al l’istituzione di un Osservatorio di criminologia e vittimologia, mentre il quinto e ultimo aspetto riguarda l’ipotesi di un eventuale Comitato Etico in grado di orientare, consigliare e supervisionare i vari enti e operatori del Cantone, così come le situazioni a rischio.
Mettiamoci quindi subito all’opera … questa volta senza se e senza ma … soprattutto senza calcoli opportunistici, egoistici e strategie politico-partitiche.
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
Proposte intelligenti, quindi a rischio.
" Per far ciò propongo di organizzare a breve un congresso Cantonale – con la partecipazione di tutti i partner pubblici e privati coinvolti – con l’obiettivo di quantificare, analizzare e studiare le misure per contenere il fenomeno."
Sarebbe quantomeno opportuno e civile. Ma l'impressione è quella che certe orecchie (inutile fare riferimenti espliciti) non vogliano ascoltare.
Fino a quando le istituzioni penalizzeranno chi non comprende lo spirito di alcune loro iniziative, beh… rimane tutto a rischio.