Gli assicuratori malattia sempre più nel ruolo di investigatori e aguzzini?
Negli ultimi anni si è andato affermando sempre più, da parte di molti assicuratori, una pratica – alquanto discutibile e iniqua – consistente nell’assunzione da parte di questi di investigatori professionisti con tanto di pedinamenti, rilevamenti fotografici, filmati, ecc. all’insaputa dei loro assicurati.
Se per certi versi, e in casi particolari e puntuali, ciò può anche essere comprensibile, dall’altra la sua pratica indiscriminata solleva interrogativi e perplessità più che legittime.
In primis perché si da per scontato che vi sia allora un atteggiamento disonesto diffuso e insanabile da parte degli assicurati … percui tutti oramai sono passibili di essere sospettati e considerati a priori degli approfittatori. E questo è già un vero e proprio abuso in se, e una pregiudiziale che ostacola ogni possibile rapporto dialettico sereno fra assicurato e assicuratore! Ma non solo, spesso anche i medici che hanno i cura questi stessi pazienti sono passibili di essere considerati alla stessa stregua da parte degli assicuratori!
Tutto questo in un clima di sospetto e di caccia alle streghe esaspera e inasprisce non solo i rapporti con gli enti assicuratori ma, pure, gli stessi rapporti fra medico e paziente in generale. Un clima questo di stampo oscurantista che non fa onore né agli assicuratori stessi né alla nostra sanità e socialità, proprio perché profondamente e radicalmente iniquo e infondato nelle sue premesse!
La verità della sofferenza soggettiva dei pazienti viene quindi in questo modo sempre più messa in dubbio, come pure sono messe in dubbio le diagnosi, le prognosi, le cure e le indicazioni dei medici curanti.
Questa nuova prassi assicurativa avviene però sempre – spiace dirlo – con la compiacenza se non la complicità di altri medici che si sono votati alla cosiddetta medicina assicurativa e che, pagati profumatamente dalle stesse compagnie di assicurazione, si prestano a contestare e mettere in dubbio molto spesso le opzioni e le decisioni dei vari medici curanti che si prodigano invece con competenza e serietà per assistere i loro pazienti.
Si tratta di una grave violazione, questa, dal punto di vista etico e deontologico, ma anche scientifico – di cui nessun parla! – in quanto, poi, il paziente stesso diventa l’alibi per promuovere tesi e argomentazioni che nulla hanno a che vedere con la sua malattia, la sua sofferenza, la sua assistenza, con le cure a lui più adatte e mirate e, non dimentichiamolo, con lo strumento centrale del curare che è la comprensione empatica del suo dolore e della sua sofferenza e che nella maggior parte dei casi non è mai completamente dicibile e tantomeno misurabile.
Questa deriva della nostra medicina meriterebbe infatti di essere messa in evidenza e studiata per poter tentare di trovare delle soluzioni che ridiano dignità e giustizia, come pure credibilità alla nostra medicina, alla sanità e socialità del Cantone. In caso contrario avremo allora perso non solo la nostra credibilità di medici e sarà inevitabilmente messa in scacco la stessa scienza medica, la società e la giustizia sociale del Paese.
Spiace constatare che il previsto simposio dell’Ente Ospedaliero Cantonale per i 10 anni della Commissione di etica clinica (COMEC) previsto il 12 e 13 settembre a Bellinzona non preveda fra i temi in discussione questa scottante problematica. Un’occasione mancata! Peccato.
Bellinzona, 16 agosto 2013
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
Speriamo che tutte queste cose abbiano fine una volta per tutte, altrimenti non so proprio come andiamo a finire. C'è già un malcontento degli assicurati su tutto quello che si fa (anzi che non si fa)aspettiamo questo vertice sperando in bene
Io che me ho fatto
Ilio scopo in questi
Sanno Perché' ho ricevuto la seguente risposta: Attenzione a parlare di furto! Il medico ha diritto di applicare, una tariffa adeguata alle possibilità' economiche dell'assicurato.Traduco io: ancora una volta paghiamo noi per i più' ricchi , costano di più e pagano lo stesso premio. Sitemi che non è più' così….. Poiarriva il corriere del Ticino, con Galli che ha fotocopiato l'editoriale di Pontiggia, diqualche settimana fa, a raccontar ci che: i global usti e i ricchi, come mecenati. Sostengono il peso delle finanze Cantonali. Dimenticando che il giorno prima avevano pubblicato la notizia dei nuovi poveri, e la statistica ufficiale( non la loro) della aliquota delle tasse Cantonali. Quindi è un partita persa…….auguri a tutti