Giovani e Assicurazione Invalidità … una dura realtà!
Da un articolo pubblicato sulla stampa quotidiana si apprende che sono in aumento le richiesta di prestazioni all’Assicurazione Invalidità da parte dei giovani svizzeri. In particolare si riporta il caso del Cant. Lucerna dove, pare, sono 1770 i giovani fra i 18 e i 20 anni che nel 2015 hanno fatto richiesta per un assegno di invalidità. Il dato – che mostra un incremento del 16% rispetto al 2013 – è stato reso noto dal Consiglio di Stato lucernese in risposta ad un’interrogazione parlamentare e pubblicato dalla Luzerner Zeitung.
Fra le motivazioni addotte soprattutto malattie mentali come i disturbi della personalità e l’autismo.
Le causa, stando agli esperti interpellati, sarebbero “l’attuale stile di vita nella nostra società dei consumi: fra famiglie assenti, internet e social network”.
La situazione appare preoccupante. Molto preoccupante se non addirittura inquietante.
E il Ticino in questa deriva sociale non è certo risparmiato. Lo posso osservare tutti i giorni dal mio osservatorio clinico a Bellinzona.
A questo punto mi chiedo però una domanda.
Che cosa aspettiamo a dare una mano ai nostri giovani, che cosa aspettiamo a correggere questa deriva sociale e relazionale, che cosa aspettiamo a dare una mano alle famiglie, che cosa aspettiamo ad intervenire prima che i nostri giovani siano costretti a far ricorso alle prestazioni dell’Assicurazione Invalidità, che cosa aspettiamo a occuparci di loro anche a scuola, nel dopo scuola, nelle attività sociali. culturali e sportive, che cosa aspettiamo ad aiutarli nei momenti difficili della loro vita così come la ricerca di un posto di formazione/apprendistato o di lavoro, che cosa aspettiamo – infine – ad intervenire per sostenerli e consigliarli nella la realizzazione dei loro sogni legittimi fatti di una vita dignitosa, di un lavoro, di relazioni sociali serene, di validi esempi e di buone pratiche (da parte degli adulti) ai quali potersi misurare e appoggiare, e di occasioni di svago sane e virtuose?
Queste sono le domande alle quali non solo gli specialisti ma, soprattutto, i nostri politici devono occuparsi … prima di pensare a cose futili o a tutto il visibile e l’invisibile che fa riferimento a tutto fuorché ai bisogni di nostri ragazzi, che sono il nostro futuro e che non chiedono altro che di poter avere anche loro un “posto al sole” per vivere, sognare e sperare. Loro devono essere in cime ai nostri pensieri, i nostri ragazzi.
Perché una società che lascia che le cose vadano nella direzione indicata sopra, che lascia i nostri ragazzi in balia alla disperazione, alla sofferenza e alla mancanza di voglia di vivere, beh, questa società non merita di essere chiamata civile e sarà inesorabilmente desinata ad estinguersi … !
Dr. med. Orlando Del Don, medico e psicoanalista, presidente UDC sezione bellinzonese
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.
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