A proposito del Male … quello radicale, diabolico, perverso!

Qualche giorno orsono avevo dato avvio ad una specie di esperimento con una rubrica dal titolo Apri-La-Mente, alla quale avevo apposto il sottotitolo … PENSA-CHE-TI-PASSA.
Beh, in quel mio primo intervento avevo affrontato in modo sintetico e aforismatico il tema dell’invidia. Avendo ricevuto diverse attestazioni che mi incoraggiavano a continuare nell’esperimento ho pensato di continuare con questa mia prova attraverso la quale offrire qualche elemento di riflessione sui temi cosiddetti scottanti che ci toccano tutti, per un verso o per l’altro … come attori o spettatori, come protagonisti o testimoni, o magari anche come vittime o carnefici, soggetti attivi o passivi. Vedete voi. Ognuno ne faccia quello che meglio crede.
Ma che dire OGGI a proposito di MALE? Quello radicale, diabolico, perverso, apparentemente senza speranza, senza fine, senza fondo! Quel Male che comprende e va anche oltre i fenomeni tristemente conosciuti di fanatismo ideologico e di terrorismo.
Esiste un “Albero del male”? E su quale terreno si sviluppa? Di cosa si alimenta? Qual’è il suo fine, quali sono i suoi frutti? E, ancora, il Male (questo Male) esiste solo in quanto assenza di bene o è anche opposizione ad esso? E quale è il suo rapporto con la pulsione di morte (Freud) se questa correlazione può essere fatta in modo lecito e pertinente?
La storia ci insegna che la linea che separa il Bene dal Male è sempre stata fragile, sfumata. Eppure chiunque incontri il Male lo riconosce SUBITO e sa che esso continua ad agire nei confronti dell’individuo, della vita sociale e della comunità costituita, attraverso la rottura dei legami.
Il momento in cui – con orrore – percepiamo tutto ciò e prendiamo le distanze da questo abisso che ci guarda e tenta di annientarci attirandoci a se come un “buco nero”, ecco, in quel momento qualcosa si muove in noi. Solo allora siamo potenzialmente in grado di percepire – seppur in modo ancora indistinto – che nel momento in cui si è maggiormente intimoriti da ciò che della vita non comprendiamo (IL MALE), proprio in quel momento paradossalmente siamo più vicini a comprenderlo che in qualsiasi altro momento. Ma questo momento dura assai poco e il nostro orrore, la paura di vedere ciò che più ci turba, ci allontana da questa consapevolezza e ci spinge a cercare conforto altrove, lasciando cadere così questa forma di conoscenza e responsabilità soggettiva! E allora – parafrasando Herbert Spencer – in quel momento gli esseri umani si aggrappano ancora più disperatamente ai loro deliziosi tiranni e alle loro squisite sciocchezze finché la morte non li guarderà dritto negli occhi!
Così è, Signori, e poiché il Reale di questa Verità sembra inguardabile, inconoscibile, inavvicinabile … ecco che la nostra vita reale, la realtà quotidiana, è costituita per la maggior parte da immaginazione, fiction, sogno, illusione!
Dr. med. Orlando Del Don, medico, psicoanalista
PS: Per approfondimenti sul tema si veda il testo pubblicato dalle Edizioni Borla, Lo Sguardo del Male, di Lino Rossi e Orlando Del Don, pubblicato nel 2012
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Orlando Del Don
Medico, Psicoanalista, Politico
Classe 1956, Medico, psicoterapeuta, docente, scrittore, editore. Questo blog è il mio mezzo per parlare online di società, sanita, cultura, informazione, territorio e altro ancora.


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